Il circuito del Montenero

IX° CIRCUITO DEL MONTENERO
COPPA CIANO (21 Luglio 1929)

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"Tazio
a Quercianella
Nuvolari
a Livorno"

a cura di Luigi Ciompi
Estate 2001
IX° CIRCUITO MONTENERO - COPPA CIANO (1929)

La ripresa delle competizioni sportive, dopo la breve sosta segnata dallo svolgimento del Circuito del Mugello a questo con tanta passione preparato ed attuato dagli amici dell'A. C. di Livorno, non poteva riuscire più interessante ed importante. Gli sportivi della Toscana possono andar fieri dei loro organizzatori mentre questi ultimi possono audacemente osare sicuri di avere una massa imponente di entusiasti per incoraggiare e sostenere i loro sforzi. Al Circuito del Mugello si era già notato un numeroso intervento di appassionati; a questa nona edizione del Montenero tale intervento è apparso addirittura imponente. E’ vero che la stagione dei bagni e la vicinanza del campo di gara alla città facilitano grandemente l’intervento del pubblico alla gara livornese, ma quello che va notato non è solo il numero ma la qualità della folla che domenica ha invaso ogni ordine di posti in tutte le località, dalle tribune situate al traguardo ai posti migliori lungo tutto il percorso, dove era possibile seguire la marcia dei concorrenti. Una folla veramente entusiasta ed appassionata che ha cominciato con l’applaudire i protagonisti più in vista man mano che si preparavano per la partenza e li ha continuamente incoraggiati ed applauditi ad ogni passaggio.
La giornata di domenica 21 luglio segna per lo sport automobilistico italiano uno dei successi che raramente si sono riscontrati in altre manifestazioni consimili e gli sportivi toscani meritano perciò una citazione particolare.
Il successo di questa manifestazione era stato preparato di gran lunga dalle polemiche suscitate dalla condotta di gara di un concorrente al Circuito del Mugello e dalle susseguenti polemiche. Poiché rifare la corsa mugellana era cosa assolutamente impossibile e il bruciore della polemica andava in qualche modo sedato, migliore occasione non poteva darsi che trasportare la contesa sulle strade del Montenero. Questo non poteva rappresentare che un diversivo qualsiasi, perché ben diversi si presentavano i due campi di gara e le condizioni dello svolgimento, ma tuttavia il pubblico ha creduto, a torto naturalmente, d’essere chiamato ad assistere ad una sfida e vi si è appassionato e divertito.
Inutile dire che sfide non ce ne sono state e non ce ne potevano essere, tanto più che Campari, col suo noto invito a ripetere il Mugello non intendeva sfidare nessuno ma soltanto dimostrare che sarebbe stato capace di abbassare il tempo dei vincitore e, siccome questi ere niente altro che il fiorentino così caro ai suoi conterranei, Gastone Brilli Peri, così l’interessamento del pubblico raggiunse il diapason quando si vide che fra i partecipanti vi erano oltre al milanese e al fiorentino, altri grandi campioni.
Anche senza sfide palesi era naturale - questo sì, ed il pubblico ha avuto ragione di crederlo che il risentimento provocato dalle polemiche dopo il Mugello dovesse prorompere ed animare le fasi della gara livornese, e questo è infatti avvenuto. La soluzione dell’aspra contesa, non vuole però indicare la vittoria o la sconfitta di alcuno, ma resta a chiaramente dimostrare con quanto coraggio e passione i nostri più bravi campioni dei volante sappiano risolvere i problemi riguardanti la loro singola superiorità. La quale però andrebbe esaminata non soltanto in base ai risultati semplici dati della classifica, ma attraverso il mezzo meccanico singolarmente impiegato e siccome come abbiamo già notato nessuna superiorità era messa in discussione che questa gara dovesse risolvere, così tralasciamo noi pure di approfondire la questione, dichiarando anzi che se ne abbiamo accennato è stato soltanto per dimostrare perché tanto successo ha incontrato questa nona edizione della magnifica gara livornese.
La cronaca minuta e precisa data all’indomani dalla stampa sportiva e da quella politica, ci dispensano dal ripetere le fasi che hanno caratterizzato la difficile e pur veloce contesa. Si sa che Brilli Peri con l’Alfa Romeo P.2 ebbe un magnifico inizio e che dopo aver condotto in testa per i primi quattro giri, andava gradatamente calando fino a che riusciva a mala pena a terminare quinto in classifica. Achille Varzi pure su Alfa Romeo P. 2, invece, che era primo con Brilli al primo giro, e secondo nei susseguenti tre giri, passava decisamente al comando al quinto giro e vi restava fino alla fine non senza avere ripetutamente battuto il record sul giro che già apparteneva a Nuvolari con 15’38” fino a stabilire il nuovo record assoluto sul giro in 15’10” e 2/5, al 6° giro (media Km. 88.971) ed avere abbassato anche il record sul percorso totale (già in possesso del compianto Emilio Materassi con 2h.39’57”e 2/5, media Km. 84.228) in 2h.34’51”3/5 alla media di Km. 87.175. Tazio Nuvolari con l’Alfa Romeo 1750 con una regolarità di corsa che depone sulle sue magnifiche doti di audace guidatore, dopo essere rimasto per sette giri in terza posizione faceva all’ottavo giro un balzo avanti e finiva secondo a meno di due minuti dal vincitore.
Al terzo posto troviamo Giuseppe Campari anch’esso su Alfa Romeo 1750 ritardato nei primi giri per cattivo funzionamento dell’alimentatore, tanto da occupare il nono posto al primo giro, risaliva gradatamente al settimo e al quinto posto e poi al terzo. La seconda parte della corsa dell’anziano campione è semplicemente meravigliosa e lascia chiaramente capire che se la corsa fosse continuata per qualche giro ancora Giuseppe Campari avrebbe potuto riserbare qualche sorpresa. Lo segue al quinto posto Luigi Arcangeli con la Talbot 1500 che l’anno scorso vinse col povero Materassi la stessa corsa e rimane al bravo Arcangeli la soddisfazione di avere abbassato sia pure di pochi secondi, il record del 1928.
Al sesto posto troviamo Pastore con Maserati 2300 che dopo essere rimasto al quarto posto nei primi tre giri, scendeva gradatamente fino alla decima posizione per risalire poi alla sesta. Lo segue Ghersi con l’Alfa Romeo 1750, che ha dimostrato ottime doti di guidatore, Razzauti con l’Alfa Romeo 1750, Benini pure con l’Alfa Romeo 1750 partito ancora dolorante per le ferite procurategli nell’incidente della vigilia, Balestrero con la Bugatti 2000, Rosa con la O.M. 2000, il giovanissimo principe di Sirignano con l’Alfa Romeo 1750, Ernesto Maserati con la Maserati 2000, il francese Louis De Carolis con la Bugatti 2000.
Nella minore categoria la vittoria è rinvenuta stentatamente a Moradei col suo Salmson che ormai sembra esaurito.
Una parola di elogio va tributata a Biondetti che con la Bugatti 2000 era riuscito a portarsi in terza posizione vicinissimo a Nuvolari e che proprio all’ultimo giro era costretto al ritiro per un guasto irreparabile. Anche Morandi con la O. M. pur non avendo brillato eccessivamente era costretto al ritiro al 7° giro per rottura della forcella del cambio di velocità. Giorgini su O.M. e Ruggeri su Maserati 1500 si ritiravano rispettivamente al 4° e 7° giro per guasti. Villa su Derby andava fuori strada al 1° giro senza conseguenze e Sartorio su Amilcar si ritirava all’8° giro.
In complesso si ebbero 22 partiti e 16 arrivati, una percentuale veramente notevole data la elevata temperatura e la severa condotta di gara.
Il fatto saliente è dato ancora una volta dalla prevedibile se non facile vittoria dell’Alfa Romeo P. 2, la vecchia e gloriosa macchina trionfatrice dei più importanti Gran Premi e più recentemente con Achille Varzi del Circuito di Alessandria e del Gran Premio Roma. La gara livornese, che poteva rappresentare una rivincita del Gran Premio Roma fra Achille Varzi e Gastone Brilli Peri classificatosi in quella corsa secondo dopo Varzi entrambi con l’Alfa Romeo P. 2, non ha fatto che riconfermare una supremazia del galliatese, il quale però qui ha avuto più facile, il compito da un’inesplicabile quanto evidente “calata” del motore di Brilli verso la metà corsa. Comunque la eccellenza costruttiva di questa macchina rifulge una volta ancora e continuerà certo per molto tempo perché il suo complesso meccanico è di quelli che non solo non invecchiano ma che non cedono al più grande sforzo. In questa gara i tempi totali avrebbero potuto essere ancora migliori se Varzi fosse stato minacciato e la macchina avrebbe certamente sopportato qualsiasi richiamo del valoroso dominatore. Ma quello che è ancora più meraviglioso e che merita di essere rilevato si è il comportamento dì entrambe le Alfa P.2 in questa gara per la quale, data la natura e la conformità del percorso, erano ritenute inadatte. Si è sempre detto e pensato che questo tipo poteva eccellere solo su circuiti veloci e invece abbiamo la conferma che qualunque circuito può essere adatto a questa macchina, anche il più difficile e tortuoso come questo del Montenero.
Achille Varzi è stato magnifico di combattività ed audacia, e la vittoria ha premiato in lui il più meritevole. Egli si è ormai dimostrato un campione completo e degno di rivestire la maglia di Campione Italiano. In questa gara difficilissima ha dato in giusta misura la prova del suo altissimo valore e chi lo ha visto scendere velocemente le ripide discese, affrontare con grande sicurezza le più difficili curve, non può non avergli gridato il suo entusiastico plauso. La folla delle tribune all’arrivo lo ha entusiasticamente applaudito e S. E. Ciano lo ha vivamente complimentato.
Gastone Brilli Peri, relegato al 5° posto in causa di un arresto al box al settimo giro, meritava migliore premio per la coraggiosa condotta di gara. Dominatore assoluto per i primi quattro giri, quando attaccato da Varzi cercava di reagire, non trovava la solita prontezza nel motore altre volte più generoso. Comunque non esce affatto sminuito da questa prova sfortunata che lo spronerà a cercare la rivincita.
Il trionfo dell’Alfa Romeo si completa con la magnifica corsa di tutte le 1750 iscritte le quali, partite in 6 si sono tutte classificate. Della gara di Nuvolari abbiamo già accennato. È necessario accennare che le Alfa Romeo di Nuvolari e Campari possono ritenersi una seconda serie migliorata della ormai nota 1750, alla quale è stata apportata qualche leggera modifica al motore, che è stato maggiorato nella cilindrata, e soprattutto allo chassis nel senso di dare una migliore distribuzione delle masse in maniera da ottenere, come è stato ottenuto, una migliore aderenza. Infatti alla Targa Florio ed al Mugello era stata rilevata una minore tenuta di strada nella 1750 Alfa in confronto alla 1500, cosa che invece non è più stata notata al Montenero.
Del secondo posto di Nuvolari si è fatto il migliore elogio constatando che è finito a meno di due minuti dalla P.2 Alfa di Varzi. Il mantovano, la fortuna assistendo, ha potuto riprovare la gioia dei primato ed ha nuovamente mostrato di quanto ardire egli sia capace.
L’Alfa Romeo dunque ha visto un completissimo successo del suo più recente tipo e non solo per merito di valorosi campioni come Nuvolari e Campari ma anche di giovani entusiasti come Ghersi, Razzauti, Benini e Sirignano.
Tutte le altre macchine dalle Bugatti alle Maserati e alle O. M. non sono quasi esistite davanti alle regolari e sicure macchine milanesi.
Un elogio particolare alle gomme Dunlop Fort che hanno resistito magnificamente ai duri strappi in curva e sui rettilinei ed al caldo tropicale e non hanno procurato alcuna noia ai concorrenti.
L’organizzazione è risultata degna del grande avvenimento e ne va data ampia lode ai solerti organizzatori a capo dei quali ci piace citare il cav. uff. Tron, il Cav.Benedetti, il Cav. Serafini e il Cav. Giubilei. Presenziava festeggiatissimo, S. E. Costanzo Ciano che alla fine si congratulò coi magnifici campioni. (Italo Luraschi)

CLASSIFICA GENERALE
1) Varzi Achille su Alfa Romeo 2000 in 2h.34’51”3/5 Km./h 87.165;
2) Nuvolari Tazio su Alfa Romeo 1800 in 2h.36’22”1/5;
3) Campari Giuseppe su Alfa Romeo 1800 in 2h.37’15”;
4) Arcangeli Luigi su Talbot 1500 in 2h.38’34”2/5;
5) Brilli Peri su Alfa Romeo 2000 in 2h.39’51”;
6) Pastore Cesare su Maserati 2300 in 2h.41’27”2/5;
7) Ghersi Pietro su Alfa Romeo 1800 in 2h.42’04”2/5;
8) Razzauti Mario su Alfa Romeo 1750 in 2h.42’19”2/5;
9) Benini Ernesto su Alfa Romeo 1750 in 2h.45’54”3/5;
10)Balestrero Renato su Bugatti 2000 in 2h.46’10”;
11)Rosa Archimede su O. M. 2000 in 2h.47’36”3/5;
12)Sirignano Francesco su Alfa Romeo 1750 in 2h.50’51”2/5;
13)Maserati Ernesto su Maserati 2000 in 2h.53’33”2/5;
14)De Carolis Louis su Bugatti 2000 in 3h.02’21’’2/5;
15)Moradei Mario su Salmson, 1°delle 1100 in 3h.04’12”4/5, km/h 69.511
16)Bucci Piero su Fiat 509 in 3h.22’36”2/5.
Cronometristi attenti e precisi: Del Grano, Fraschetti e Ghio.
Giri più veloci: Classe 1.a: Moradei, al quinto, in 18’12”3/5 alla media di Km. 74.162; Classe 2.a: Varzi, al sesto, in 15’10”2/5 alla media di 88.971 (record assoluto).
(Da “Auto Italiana”, 31 luglio 1929)

 
  IX CIRCUITO DEL MONTENERO - COPPA CIANO (1929)
In una appassionante battaglia sportiva Varzi su Alfa Romeo vince il Circuito del Montenero.

La Coppa Montenero, la grande Corsa automobilistica di velocità già per nove volte organizzata dall’A. C. di Livorno, ha un fascino irresistibile: fascino sportivo di luoghi, di emozioni, di panorami.
Si va via dalla Coppa Montenero sempre a malincuore, pensando che ancora un anno dovrà passare prima di tornare ad assistere ad una bella battaglia generosa e leale, fervida e audace, sulla strada che si snoda in continue curve e serpentine lungo l’azzurro del mare o per le pendici verdissime del Montenero. Si assiste al guizzare rapido delle macchine, ai virages strettissimi seguiti da rabbiose riprese stando, avanti al mare, quasi affacciati sul mare. Spettacolo indimenticabile reso ancora più gradito dalla ospitalità cordiale di Livorno e dei suoi abitanti.
L’ansito lento e solenne del mare viene a tratti coperto dall’urto lacerante dei motori, la distesa immensa e cobaltina viene a tratti turbata nella sua serenità dolce dal saettare vertiginoso dei bolidi di acciaio guidati da saldissimi polsi e da ancor più saldi cuori.
E ogni anno la battaglia si rinnova sempre più appassionante, sempre più emozionante, più grandiosa, più epica e ogni anno si rinnova un trionfo di organizzazione per virtù dell’A.C. di Livorno, che instancabilmente si dedica con entusiasmo e con passione a preparare questa corsa, che può ben definirsi bella fra le belle.
È un superamento continuo, tecnico, sportivo e organizzativo che torna a grande onore delle fabbriche italiane, dei piloti italiani e dell’A.C. di Livorno, nelle persone principalmente del suo presidente cav. uff. Ernesto Tron e del cav. Benedetti.
Un imponente lotto di concorrenti ha raccolto la IXa edizione del Circuito del Montenero, che si è corso domenica 27 luglio.
Alla presenza di S. E. il Ministro Ciano, la gentile signorina Maria Ciano, contessina di Cortellazzo, ha dato successivamente la partenza a 22 macchine che si sono avventate sul Circuito in velocissima, contesa.
Ad un tratto uno squillo di tromba suona l’attenti: un minuto di mesto e solenne raccoglimento alla memoria del grande asso del volante Emilio Materassi: l’invitto del Montenero, il “Leone” della classica manifestazione livornese e di tante altre competizioni automobilistiche.
I concorrenti si sono lanciati con piena foga nella corsa ed in breve i record sono crollati.
Ai primi giri Brilli Peri ha preso decisamente la testa con l’Alfa P.2, tallonato però da Varzi, il quale, dal quarto giro ha incominciato ad accelerare portando decisamente l’attacco e riuscendo ad assumere il comando della corsa. Brilli Peri, passato al secondo posto, ha dovuto poi fermarsi ai box permettendo a Nuvolari di conquistare la seconda posizione, seguito da Campari e da Arcangeli. La lotta è stata continua, serrata e ha entusiasmato oltre ogni dire gli spettatori che hanno vissuto per le due ore e mezzo di durata della corsa una attesa palpitante per l’avvicendarsi continuo dei vari concorrenti nelle primissime posizioni. Varzi ha vinto dimostrandosi nettamente il concorrente più forte. Questa nuova vittoria porta decisamente il galliatese fra i migliori piloti dell’automobilismo italiano. Infatti, Varzi è ormai in testa nella classifica di campionato e oltre le affermazioni brillantemente riportate nello scorso anno, basta per il 1929 enumerare le vittorie riportate su circuiti di diversa caratteristica, come quello di Alessandria, di Roma e del Montenero, per dimostrare la valentia del forte pilota che è ormai completamente affiatato con l’Alfa P.2.
Nuvolari sull’Alfa 1750 leggermente modificata nella cilindrata, ha corso da par suo classificandosi a meno di due minuti dal vincitore e a poco più di un minuto da lui, al terzo posto, si è classificato Campari su di un’Alfa Romeo dello stesso tipo, seguito da Arcangeli su Talbot. Il quinto posto è stato conquistato da Brilli Peri sull’Alfa P 2, seguito da Pastore su Maserati e dalle tre Alfa Romeo di Ghersi, Razzauti e Benini.
L’Alfa Romeo ha riportato un’ affermazione difficilmente superabile, conquistando i primi tre posti assoluti e classificando sette delle sue macchine fra i primi nove arrivati. E’dunque un vero trionfo, che è tanto più interessante, in quanto è stato ottenuto con due diversi tipi di macchine: la ormai antica due litri e la nuovissima 1750 trionfatrice delle Mille Miglia. Non avremmo creduto che l’Alfa P2 potesse ottenere un tempo come quello di Varzi sul circuito del Montenero, che ha il percorso estremamente tormentato. Si è sempre ritenuto che la P.2 fosse una macchina assolutamente imbattibile sui circuiti molto veloci, ma che non si prestasse ugualmente bene per i circuiti difficili.
Questa convinzione generale, formatasi attraverso cinque anni di prove, è oggi smentita mercè l’insuperabile maestria di Varzi che non soltanto ha trionfato con la P.2, ma ha anche larghissimamente battuto i record sul percorso e sul giro passando dal 2h.38’57” 2/5 di Materassi, che lo scorso anno ottenne la media di Km. 84.928, a 2h.34’51” e 3/5, alla media di Km. 87.175. Sul giro, dal record di Nuvolari di 15’38” alla media di Km. 86.354, Varzi con l’Alfa è passato ad un magnifico 15’10” 2/5, alla media di Km. 88.971.
E tanto più degni di rilievo sono i record battuti da Varzi e dall’Alfa Romeo, se si considera che il nuovo record da loro stabilito sul percorso è anche superiore al record esistente sul giro. L’Alfa P.2 conferma ancora una volta la generosità inesauribile del suo motore, che sia pure rinfrescato, è tuttora in grado, dopo anni e anni di battaglie e di vittorie, di partecipare trionfalmente alle più disparate corse.
Con un paragone letterario che, invero, non dovrebbe bene appropriarsi ad una manifestazione di tecnica e di dinamismo, diremmo che l’Alfa Romeo P.2, creata da Vittorio Jano, è la realizzazione che, nel campo della meccanica, la genialità dell’uomo ha saputo dare alla leggenda di Faust. Brilli Peri con l’Alfa gemella, dopo essersi tenuto nelle primissime posizioni per gran parte della corsa, ha dovuto infine accontentarsi del 5° posto, avendo forse troppo richiesto al suo motore: cosa questa abituale per il ben noto pilota fiorentino la cui temerità ed il cui fegato non trovano acciaio o lega metallica con cui stare a raffronto. Nuvolari e Campari con l’Alfa 1750 sovra-alimentata, hanno fatto una corsa magnifica, classificandosi vicinissimi al secondo e terzo posto. Benché questo nuovo modello della Alfa abbia altissime caratteristiche di velocità, accelerazione e facilità di guida, tuttavia il motore rende, necessariamente, diversi cavalli meno del due litri e difficilmente quindi poteva competere con la P.2, tanto più che questa del 1924 è stata assai migliorata nello chassis, nelle sospensioni e quindi nella tenuta di strada.
Anche la 1750 è stata assai migliorata nei riguardi della disposizione delle masse così da ottenere una tenuta di strada pari a quella della 1500 che è ormai proverbiale. Con le nuove modifiche apportate, la 1750 Alfa ha dimostrato di essere veramente e definitivamente a punto.
Arcangeli, velocista per eccellenza, come ha dimostrato nei circuiti di Cremona, non sembrava dovesse trovarsi a completo agio sul percorso del Montenero, eppure ha compiuto miracoli con la Talbot, classificandosi al quarto posto, battendo anch’egli il precedente record, che è crollato per opera di tutti i primi quattro classificati. Basta questo per indicare con quanta passione e con quanto ardimento sia stato combattuto il IX° Circuito del Montenero, che è stato oltremodo interessante dal lato tecnico e da quello sportivo, e che ha segnato un nuovo trionfo della industria e dei piloti italiani e un nuovo trionfo di organizzazione ottenuto dall’A.C. di Livorno, alla presenza di S. E. il Ministro Ciano e di un’ immensa folla.

La Classifica
1. Varzi Achille su Alfa Romeo, che ha compiuto il percorso di Km 225 in 2h.34’51” 3/5 alla media di Km 87.175.
2. Nuvolari Tazio, su Alfa Romeo in 2h.36’22”1/5;
3. Campari Giuseppe, su Alfa Romeo in 2h.37’15”;
4. Arcangeli Luigi, su Talbot in 2h.38’34”2/5;
5. Brilli Peri Gastone, su Alfa Romeo in 2h.39’51”;
6. Pastore Cesare, su Maserati in 2h.41’27”2/5;
7. Ghersi Pietro, su Alfa Romeo in 2h.42’04”2/5;
8. Razzauti Mario, su Alfa Romeo in 2h.42’19”2/5;
9. Benini Ernesto, su Alfa Romeo in 2h.05’54”3/5;
10. Balestrero Renato, su Bugatti in 2h.46’10”;
11. Rosa Archimede su O. M. in 2h.47’56”3/5;
12. Sirignano Francesco, su Alfa Romeo, in 2h.50’51”2/5;
13. Maserati Ernesto su Maserati in 2h.53’33”2/5;
14. De Carolis Louis, su Bugatti in 3h.02’21”2/5;
15. Moradei Mario su Salmson 1°delle 1100 cmc., in 3h.14’12”, media Km/h 69.511
16. Bucci Pietro, su Fiat 509 in 3h.22’36”2/5.

GIRI PIU' VELOCI
Classe 1a, fino a 1100 cmc.: Moradei su Salmson, il 5° in 18’12”3/5, alla media di Km 74.162.
Classe 2a, oltre 1100 cmc.: Varzi su Alfa Romeo in 15’10”2/5. alla media di Km. 88.971 (record assoluto).

(Da: “R.A.C.I.”, Giornale Ufficiale del Reale Automobile Club d’Italia, Anno III N°30, 28 Luglio 1929)