La “XIX Coppa Ciano” si svolgeva già in un clima reso pesante dalle minacce di un imminente conflitto. La gara era stata riservata dalla F.I.A., Federazione Italiana Automobile, come tutte le maggiori gare italiane, alle macchine da 1500cc, in modo da evitare che i tedeschi che non avevano macchine da 1500cc in grado di competere con Maserati e Alfa, venissero a rompere le uova nel paniere. Gli eventi vollero che i responsabili della Mercedes avessero già la testa impegnata in altri problemi e non spedirono a Livorno la loro terribile W165 di 1500cc che era apparsa di sorpresa a Tripoli in maggio ed aveva sbaragliato le vetture italiane lasciando sgomenti i dirigenti sportivi nazionali. Nino farina, con l’Alfa Romeo 158, dominò la gara dall’inizio alla fine davanti alla Maserati 4CL di Franco Cortese. Buona la prova di Luigi Villoresi, anch’egli su Maserati, unico in grado di reggere il ritmo del vincitore almeno fino a tre quarti di gara e poi costretto ad arrendersi con il motore arrosto. Al terzo posto concludeva l’Alfa 158 di Biondetti, che aveva rilevato il volante da Pintacuda a metà gara, mentre sulla macchina del pilota fiorentino, ai box per una riparazione, saliva il pilota di riserva Severi che terminava la gara al quinto posto. Nell’occasione venne anche disputata una gara di contorno riservata ai piloti “Isolati”, cioè a quei piloti non supportati direttamente dalle case costruttrici, ben felici di avere l’occasione di mettersi in mostra e non venire doppiati a ripetizione dalle più forti macchine ufficiali. La vittoria andava nell’occasione alla Maserati di Edoardo Teagno dopo un’appassionante lotta con la macchina gemella di Lami.
1947
Passata la bufera della guerra in una Livorno ancora profondamente ferita ritornavano a cantare i motori. La “XX Coppa del Montenero” (la gara riprendeva così il suo nome originario) nasceva nell’agosto del 1947 su un circuito cittadino che aveva il suo epicentro nell’ormai storica Rotonda d’Ardenza invasa da un incontenibile pubblico che invano il servizio d’ordine svolto nell’occasione da militari italiani ed americani, riusciva a malapena a tenere a freno. Tra le gare in programma, due per vetture Sport riservate alle piccole 750cc ed alle 1500cc, ed una per le 1500cc Corsa, con un appetitoso piatto forte che era dato dalla presenza delle nuove Ferrari 166S iscritte da Enzo Ferrari alla gara delle 1500 Sport, una per l’ormai 55enne Tazio Nuvolari e l’altra per Franco Cortese che aveva portato al debutto la nuova vettura e conquistato la prima storica vittoria per la casa del cavallino rampante a Roma, sul Circuito delle Terme di Caracalla, tre mesi prima il 25 maggio 1947. Ma nell’occasione per le vetture di Enzo Ferrari sarebbe stato un week-end disastroso. Alla vigilia della gara il capo meccanico Bazzi era rimasto vittima di un incidente provando l’auto destinata a Nuvolari che andava distrutta. Nuvolari saliva allora sulla macchina di Franco Cortese che rimaneva appiedato, ma la vettura accusava problemi alla pompa di alimentazione che una nottata di lavoro non riusciva a risolvere e fu costretto a fermarsi dopo appena quattro giri dopo una bella rimonta dall’ultima fila dove lo aveva relegato l’ultimo tempo in prova. Al via al comando balzavano Barbieri con la Maserati e la Fiat-Stanguellini di Auricchio che era stato il più veloce in prova. La lotta fra i due continuava fino alla fine, con Barbieri leggermente in vantaggio. La Maserati sembrava avere la vittoria in pugno finché proprio sul rettilineo d’arrivo fra la folla acclamante, rompeva il cambio appiedando lo sfortunato Barbieri e lasciando così via libera ad Auricchio che, nella foga dell’inseguimento al rivale, aveva sbattuto contro un muro ma aveva ripreso la corsa. Secondo arrivava Cornacchia e terzo il fiorentino Sbraci. Contro Auricchio veniva inoltrato un reclamo perché nell’incidente era stato aiutato dal pubblico a rimettere l’auto in pista, reclamo accolto dalla Giuria che squalificava Auricchio ed assegnava la vittoria a Cornacchia. Nelle piccole 750 Sport dominio di Pesci, insidiato nelle fasi iniziali da Polidori, fermo però al settimo giro. Nessuno era più in grado di contrastare la vittoria di Pesci che concludeva indisturbato. La gara conclusiva riservata alle 1500 Corsa con compressore, vedeva in lizza tutte Cisitalia. Bellissima la gara del vincitore, il novizio bolognese Franco Venturi che si portava al comando fin dall’inizio mettendo in mostra le sue indubbie doti; alle sue spalle gran duello fra Masters e Grolla, poi ritiratosi a circa metà gara per avere chiesto troppo al suo mezzo. Prova tutta in rimonta per Piero Taruffi, miglior tempo in prova, che perdeva subito in partenza due minuti per noie all’accensione e concludeva quarto.
(Da: Maurizio Mazzoni: “Lampi sul Tirreno”, Firenze 2006)
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