Coppa del Mare

XVIa COPPA DEL MARE
(1947)

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XVIa Coppa del Mare (15 Agosto 1947)
La guerra avrebbe segnato pesantemente Livorno. Com'era naturale il porto era un obiettivo strategico remunerativo per i bombardieri alleati e la città subì numerose incursioni delle terribili Fortezze Volanti che rasero al suolo interi quartieri cittadini. Fra questi anche il centro dove, in Via G.Verdi, si trovava la sede dell'Auto-Moto Club Livorno. Nel rogo della sede andò così completamente distrutta tutta la documentazione storica sia della Coppa Ciano automobilistica sia della Coppa del Mare motociclistica. Ma la passione sportiva alimentata dal ricordo di tante splendide manifestazioni covava nel cuore di tutti gli appassionati livornesi.
Il 18 agosto 1946 il ricostituito Moto Club Livorno indiceva il campionato sociale in prova unica sui tre chilometri e mezzo della salita che da Antignano porta al Monte Burrone. Due le classi in gara, per un totale di undici piloti, alcuni dei quali arrivavano da Pisa ed altre città, in una gara che, a dispetto dell'importanza ridottissima, segnava cosi il ritorno di Livorno allo sport, dopo il lungo periodo buio della guerra. Nella 250 s'imponeva il pisano Walfrido Bellani con la Guzzi, davanti al concittadino Pera in sella alla Taurus. Nella 500 si registrava invece la vittoria del pilota laziale Nello Pagni che in sella ad una Gilera Saturno precedeva la giovane promessa livornese Dino Fagiolini. Unico ritirato della gara il veterano Ugo Chiesa, in gara con una Taurus 500.

1946 - 18 agosto
Antignano - Monte Burrone - Campionato sociale Moto Club Livorno; lunghezza del percorso = 3,500 km.

Classe 250 cmc.:
1) BELLANI Walfrido, su Guzzi 3'.04'' (media 68.478 Km/h);
2) PERA Attilio, su Taurus;
3) LAMI Lauro, su Sertum;
4) DOMENICI Roberto, su Benelli 175;
5) PESCINI Luigi, su Taurus;
6) SUSINI Ugo, su Guzzi 65.

Classe 500 cmc.:
1) PAGNI Nello, su Gilera 2'.44'' (media 76,829 Km/h);
2) FAGIOLINI Dino, su Gilera;
3) BIANCHI Alfio, su Gilera;
4) Dl BONGIANI, su AJS.

Ma il chiodo fisso degli appassionati livornesi era quello di far rinascere la Coppa del Mare! Così nella giornata di Ferragosto del 1947 gli splendidi viali di Ardenza Mare su un percorso difficile, ma ben asfaltato, ospitavano la sedicesima edizione della Coppa del Mare che i soci del Moto Club Livorno avevano fermamente voluto, nonostante le terribili ferite della guerra che ancora sfregiavano la città. Naturalmente, nella più ferrea tradizione livornese, l'organizzazione della gara fu perfetta anzi fu "un'organizzazione da gran premio", come scrisse la rivista Motociclismo nella cronaca della gara. Ma la tradizione fu rispettata in pieno anche nel numero di piloti al via solo diciassette nelle tre classi in programma, cinque moto per la 250cc e cinque per la 500cc, che gareggiavano insieme, e sette equipaggi nella gara dei sidecar che aprivano la giornata.
I sette sidecar si schierarono agli ordini dell'onorevole Barontini che fungeva da mossiere. Il via era previsto a motore spento, fatto che costituiva un enorme ostacolo per l'equipaggio piacentino formato da Camillo Benini e Valerio Capodieci: Benini, il pilota, era infatti privo di una gamba, sostituita da una protesi rigida, che aveva perduta in un incidente al Circuito di Cremona del 1939 dove per l'improvvisa rottura del perno della ruota posteriore si era gettato con la moto inguidabile contro una pianta per non investire il pubblico assiepato sul circuito, sfracellandosi la gamba destra che gli sarebbe stata amputata. Il terribile incidente non aveva però minato la sua carica agonistica e, nel dopoguerra, Benini era ritornato alle corse con il sidecar in compagnia del concittadino Capodieci. Al via il più lesto a mettersi in azione era Albino Milani che aveva come passeggero Otello Spadoni, mentre come previsto Benini si avviava a fatica, malgrado gli sforzi del minuscolo Capodieci. Ma già alla curva di ritorno Milani era raggiunto dal grosso dei concorrenti. Intanto Benini si lanciava in un vivace recupero che lo portava dopo qualche giro alla ruota di Milani. Dopo pochi giri si fermava la Bmw del romano Luigi Marcelli, più noto come "Giggi er lungo" per la sua alta statura, coadiuvato da Flosati sul carrozzino. Mentre davanti le coppie Milani-Spadoni e Benini-Capodieci si sfidavano in un appassionante duello, dietro Fausto Toni ed il passeggero Alfredo Spini rallentavano per problemi all'accensione del loro Gilera Saturno che a fine stagione gli avrebbe portati al titolo tricolore dei tre ruote; chi lottava come un leone era invece il focoso Roberto Besana, difendendo con le unghie ed i denti il terzo posto. Nel carrozzino della Triumph di Besana si esibiva in acrobatiche evoluzioni il passeggero Lorenzo Dobelli, un indiavolato giovanottino milanese che avrebbe conquistato due titoli mondiali della categoria in coppia con il grande asso inglese Eric Oliver nel 1950 e '51. L'esito della gara rimase incerto fino ad un paio di giri dalla fine, finchè la sorte beffava Benini con la rottura del filo di comando della frizione. Benini era così costretto a rallentare l'andatura, lasciando via libera a Milani che andava a vincere senza più bisogno di dover forzare salutato da meritati applausi che diventavano un uragano all'arrivo del valoroso Benini in seconda posizione. La gara dei sidecar, con le acrobazie degli spericolati passeggeri aveva estasiato i tifosi livornesi, convinti fino a quel momento che la gara sarebbe stata noiosissima, con appunto i passeggeri "comodamente seduti a prendere il fresco", come scrisse un quotidiano locale! Era quindi la volta delle moto sciolte, che vedevano insieme alla partenza sia le 500 che le 250. Nelle quarto di litro il più veloce ad avviarsi era Dario Ambrosini, distaccando gli inseguitori fra i quali si metteva in luce Michele Mangione; più arretrati Alberto Rulli ed Amilcare Rossetti, con l'unica Benelli in gara contro le Guzzi e che ben presto sarebbe stato rallentato da problemi meccanici.
Mangione riusciva ad impegnare duramente Ambrosini, ed addirittura a superarlo prendendo anche una ventina di secondi di vantaggio. Ma il campione romano, al suo rientro alle gare dopo la parentesi bellica e che poteva contare sul tifo calorosissimo della moglie, in tribuna con il figlioletto in collo, volle strafare, arrischiando più del necessario e gettandosi nelle curve senza alcun senso tattico, sinchè alla curva di Ardenza Terra usciva di strada, fortunatamente senza conseguenze personali, ma gettando al vento tutto il vantaggio conquistato con tanto ardimento. Ambrosini riprendeva il comando della gara, ma Mangione non si rassegnava finchè una nuova scivolata alla curva delle Tribune gli dava il colpo di grazia costringendolo a rassegnarsi alla piazza d'onore, anche se con la magra consolazione di aver fatto registrare il giro più veloce della categoria. Al terzo posto concludeva Rulli, davanti a Mastellari che aveva avuta una partenza disastrosa, mentre Rossetti portava la sua Benelli al traguardo solo per onor di firma con cinque giri di distacco. La gara delle 500 vedeva quattro Guzzi contro la solitaria Gilera di Massimo Masserini, mentre rinunciava a prendere il via il veterano Ugo Chiesa a causa delle pessime condizioni della sua Gilera con la quale aveva girato in prova in 8'.44" contro i 8'.02" di Masserini ed i 2'.57" di Leoni, autore del miglior tempo in prova. Leoni e Masserini, partiti come saette, davano vita ad una feroce battaglia per 16 giri, mentre temporeggiava alle loro spalle Enrico Lorenzetti, sempre piuttosto lento a mettersi in azione all'abbassarsi della bandiera dello starter per poi attaccare nel finale. Anche a Livorno "Filaper", come gli amici chiamavano Lorenzetti per la sua figura longilinea, era autore di una delle sue tipiche gare in crescendo e portando un poderoso attacco nei quattro giri finali: Lorenzetti segnava una serie di giri veloci ed al 18° giro era attaccato alla coppia di testa, poi al 19° passaggio faceva registrare il giro più veloce della giornata transitando incollato a Leoni che intanto aveva avuto la meglio nel duello con Masserini; nell'ultimo giro era proprio Lorenzetti a passare per primo sotto il traguardo precedendo Leoni di un paio di secondi. Masserini era terzo alla fine. Distaccato concludeva il romano Colabattisti con l'unico Condor contro i tanti Dondolino, mentre Italo Milani si era dovuto fermare per una caduta alla prima curva. Meritata la vittoria di Lorenzetti e bella la gara di Guido Leoni, e la battaglia sportiva delle 500 era stata degna delle edizioni precedenti della Coppa del Mare che avevano fatta la storia della gara livornese, tanto che il pubblico accorso numerosissimo strappava di sella Lorenzetti e lo issava sulle spalle portandolo in trionfo.