Dalla mostra
"Tazio a Quercianella
Nuvolari a Livorno"
a cura di Luigi Ciompi
Estate 2001
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO – COPPA CIANO (1936)
DAL G. P. DI GERMANIA ALLA XVI COPPA CIANO.
Domenica a Livorno, al cospetto del più azzurro mare d’Italia, verrà disputata la classica competizione automobilistica che porta il nome glorioso dell’eroe di Buccari: la XVI Coppa Ciano.
A distanza di una sola settimana dal Gran Premio di Germania che ha visto una netta, precisa vittoria della Auto-Union dopo i tre brillanti successi di Nuvolari a Barcellona, Budapest e Milano, questa XVI Coppa Ciano si profila come un altro decisivo episodio del serrato duello italo-tedesco.
Il motivo predominante verso il quale è protesa l’appassionata attenzione del mondo sportivo e industriale è racchiuso in questo troppo semplice interrogativo: potrà l’ Alfa Romeo prendere, a sette giorni dal Nurburg, la rivincita sulle potentissime e perfezionatissime Auto- Union? I risultati del G. P. di Germania, quattro Auto-Union arrivate su quattro partite, consacrano la attuale loro superiorità. Alla potenza della macchina si aggiunge la eccezionale classe dei piloti e soprattutto del giovane ed impetuoso Rosemeyer.
La gravità della sconfitta subita dalla Mercedes limita quindi alle Alfa ed alle Auto-Union il duello italo-tedesco; duello appassionante e serrato che acuisce la curiosità del mondo sportivo internazionale e mette di nuovo di fronte Nuvolari e Rosemeyer i due grandi rivali.
Tra i circuiti ove è possibile sviluppare grandi velocità come il Nurburg particolarmente adatti alle Auto-Union e quelli più duri e difficili come Barcellona, Budapest e Milano ove le Alfa si trovano in condizioni migliori, il nuovo circuito di Livorno si profila come il più adatto ad equilibrare la potenza e le risorse delle due grandi marche.
Come è noto la XVI Coppa Ciano lascia quest’anno il duro e faticoso circuito in salita del Montenero per un circuito più pianeggiante quasi cittadino, che dalla classica rotonda di Ardenza per Via della Torre, Ardenza di Terra, Ponte Rio Ardenza, Via del Littorale, Piazza Bartolomei, Miramare, Via Duca Cosimo, Via Vittorio Emanuele III, ritorna alla rotonda di Ardenza.
Sette chilometri, lunghi e levigati, rettilinei, tre o quattro curve ad angolo acuto, una diecina di ampie curve veloci: circuito stradale di tipo misto adattissimo per questo duello italo-tedesco. La Coppa Ciano ha il merito singolarissimo - e da questo deriva gran parte della ansiosissima attesa - di essere la prima delle tre grandi ultime competizioni che dovranno stabilire la superiorità tecnica tra le Auto-Union e le Alfa Romeo. Dopo Livorno a Pescara ed infine il Gran Premio d’Italia a Monza, ultimo banco di prova di questa ardente stagione automobilistica. La Coppa Ciano va quindi considerata come la prima prova di questo triplice finale: e bisogna ricordare che sino ad oggi, le vicende sono state alterne ed indecise. Anche su un circuito così eccezionalmente favorevole alla Auto-Union come è il Nurburgring, Nuvolari è riuscito, per 15 giri, a lottare vittoriosamente, staccando nettamente Stuck e gli altri piloti della marca tedesca. È da aggiungere che mentre le Auto-Union, dopo le esperienze di Tripoli e di Tunisi, hanno raggiunto ormai la piena efficienza, le 12 cilindri Alfa Romeo sono nel periodo di assestamento anche se nelle recenti competizioni non hanno rilevato deficienze meccaniche. Al Nurburgring infatti le due vetture vennero messe fuori combattimento da incidenti di poca importanza e non prevedibili. Sia l’avaria di Nuvolari che quella di Dreyfus sono di carattere assolutamente insignificante e c’è invece da rilevare che questa 12 cilindri ha magnifiche doti di stabilità e di maneggevolezza, oltre che una potenza ragguardevole anche se non così elevata come quella del motore Auto-Union che ha ben due litri di più di cilindrata.
Questi i lineamenti tecnici della XVI Coppa Ciano alla quale piloti italiani e stranieri dall’indomito Nuvolari al fortissimo Rosemeyer, da Varzi ansioso di cimentarsi dopo la forzata assenza al Nurburg, a Stuck, al nostro indimenticabile Fagioli, all’impetuoso Brauchtisch, al brillantissimo Brivio che attraversa un periodo di massima forma, apporteranno un motivo appassionante ed agonistico e spettacolare che farà della giornata di domenica la più bella giornata livornese.
Completa la importante competizione la corsa riservata alle vetturette, che raccoglierà tutti i maggiori campioni della categoria.
Quest’anno le macchine non più saliranno l’aspra salita al Castellaccio ed al Romito; non più la ripida discesa tra il monte a destra ed a sinistra lo sfondo dell’azzurro e maestoso Tirreno, ma un percorso cittadino, lungo le strade della bella città toscana ove la giovinezza d’Italia si prepara ai cimenti del mare ed ove vigila l’ardente amore di Costanzo Ciano animatore instancabile della grande competizione.
(Da “R.A.C.I.” Settimanale dell’Automobil Club Italiano 1936)
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO – COPPA CIANO (1936)
LA COPPA CIANO NEL QUADRO DEL NUOVO CIRCUITO DELL’ARDENZA.
Con il mese d’agosto, in campo automobilistico internazionale, s’inizia il periodo di più intensa attività e ci si avvia, attraverso le più classiche prove, alle manifestazioni finali che sono, molto spesso, anche quelle conclusive, perché è in esse, dopo sei mesi di attività, di lavoro e di esperienza, che le macchine raggiungono “l’optimum” della messa a punto e della preparazione.
La stessa cosa avviene per i piloti o almeno, per la maggioranza di essi. Un giorno Nuvolari in proposito ebbe a dire cose interessanti.
“I sei mesi di riposo invernale, a noi piloti, in fondo in fondo, fanno più male che bene. Nei mesi d’inverno io sono l’uomo più annoiato del mondo. È difficile impiegare il proprio tempo quando di questo impiego s’abbia il concetto che ne abbiamo noi corridori nei mesi d’estate. Si passa da un’attività turbinosa a una quiete troppo grande. E tanta pace stupisce, ecco tutto. Poi non è vero che il riposo metta in forma. È vero il contrario. Le prime gare, per me almeno, sono più faticose delle ultime della stagione. È come se occhi e braccia, sistema nervoso e muscoli fossero un poco intorpiditi. La forma viene più avanti, dopo quattro o cinque gare. La velocità non fa più impressione e non ti stanca, tutto riesce facile, quasi naturale. Gli è che l’organismo, come un motore si è riscaldato. E l’azione diviene immensamente più facile e redditizia. E’ da agosto in poi che io ho trovato, in questi ultimi anni, la forma migliore. Si aggiunga che come noi il miglior rendimento lo trovano anche le macchine a quell’epoca. La messa a punto di una vettura non si fa soltanto in officina. La migliore esperienza è la corsa, la sola che ti costringa a richiedere veramente tutto da una vettura, la sola che ti aiuti a scovare e a far togliere di mezzo dai tecnici i piccoli inevitabili difetti. Le prime gare della stagione sono un poco come una incognita: macchine e piloti debbono migliorare ed affiatarsi. A metà stagione, normalmente, il ciclo si è compiuto e le gare diventano più belle, più regolari, più interessanti, più combattute.”
Il calendario nazionale nel mese di agosto annota, comunque, due fra le maggiori e più importanti manifestazioni automobilistiche internazionali. La prima, in programma per il 2 agosto, è la Coppa Ciano, che si correrà sul circuito di Livorno e che quest’anno è arrivata alla sua sedicesima edizione; la seconda, in programma per il 15 agosto, è la Coppa Acerbo sul circuito di Pescara, che si correrà per la undicesima volta.
La Coppa Ciano, prima in ordine di tempo di queste due classiche manifestazioni automobilistiche italiane di velocità, dopo quindici anni di immutato carattere, cambia sede. Dall’impervio circuito del Montenero, teatro di competizioni accanite e difficili, e severissimo collaudatore di macchine, quest’anno si passa a un tipo di circuito nettamente diverso. Si lascerà da parte, infatti, tutto il tratto sinuoso della salita e della discesa del Romito e del Castellaccio per restringersi in un anello stradale completamente piano. Un anello stradale di sette km, comprendente il tradizionale rettifilo da Antignano alle tribune, le svolte della rotonda dell’Ardenza, che ospiterà ancora il traguardo, il tratto misto in pianura, che portava alle prime rampe della salita, che non si imboccherà per piegare a destra sulla magnifica via del Litorale che porta a sfiorare l’abitato di Antignano fino a Miramare. Qui giunti, con una curva ad angolo si ritorna verso il traguardo, costeggiando ancora Antignano, prima di infilare il rettilineo di arrivo. Sette km in tutto, strade ampie e levigate, oltre una ventina di curve fra le quali tre o quattro di strettissimo raggio e le altre abbastanza veloci, non meno di due km di autentico rettifilo e altri tratti rettilinei oscillanti fra i 500 e i 1000 metri di lunghezza. Un circuito misto di tipo veloce, insomma, da poter superare a medie rilevanti, con molta frequenza di passaggi, quale da molto tempo il pubblico sembra, non a torto, prediligere assai.
La differenza fra questo circuito e quello di Montenero, dopo l’abbandono e la decadenza di quella che fu la più dura gara italiana - la Targa Florio alle Madonie - aveva assunto il ruolo che era stato della prova siciliana, il ruolo della corsa più difficile e più dura e più severa del calendario italiano. Era un privilegio, ma comportava diversi sacrifici. Agli organizzatori, ad esempio, costava un lavoro pesante e grandi spese per le difficoltà derivanti dalla chiusura dei 20 km di strade, la loro conservazione e altre cose inerenti. Al pubblico imponeva…le gioie, non più tanto apprezzate, di non sempre piacevoli od economici spostamenti lungo le svolte della montagna, a piedi o in vettura, sotto il solleone d’agosto che sulla riviera toscana non scherza. E poi…e poi un divertimento relativo: con le macchine lontane l’una dall’altra, come sperdute lungo i 20 km di durissima strada e non sul filo della velocità che la folla apprezza; piuttosto arrancanti, sia pure sotto la spinta dei sempre più potenti motori, lungo le faticose svolte della salita del Romito, ultimamente ridotte qua e là piuttosto maluccio, per buche e cunette inutili e pericolose. Né scapitavano la regolarità e lo spettacolo. Tanto valeva cambiare, allora.
Gli organizzatori del R.A.C.I. di Livorno, hanno così, deciso di cambiare sede e non si può dire che abbiano deciso male. Qualcuno fra i corridori rimpiangerà il vecchio circuito, sul quale può aver descritto pagine indimenticabili di ardimento sportivo; altri ne saranno subito lieti. A cose fatte, crediamo, tutti saranno d’accordo nel dire che gli organizzatori hanno avuto ragione.
A Livorno si è già in pieno lavoro da qualche tempo. Livorno ha sempre avuto una tradizione organizzativa di primo ordine. Furono, appunto, gli organizzatori livornesi i primi a saper creare un complesso di tribune e di servizi tecnici veramente completo; e saranno gli organizzatori livornesi fra i più abili ancora.
Anche il regolamento tecnico della Coppa Ciano è cambiato: invece di una sola gara se ne avranno due distinte. Le vetture di cilindrata fino a 1500 cmc. correranno a parte su una distanza di 15 giri. Le grandi vetture, che quest’anno il regolamento impone uguali a quelle dei Grandi Premi, correranno da sole su una distanza di 210 km pari a 30 giri. Lo spettacolo non supererà le tre ore complessive e si avranno due partenze e una serie infinita di brillanti episodi.
Alla gara è assicurata una partecipazione imponente e, per la prima volta, correranno anche le vetture tedesche con i loro piloti ufficiali, fino ad oggi non interessate alla Coppa Ciano per le difficoltà del vecchio circuito sul quale difficilmente alla prima apparizione si poteva sperare di vincere. Ora il ghiaccio è rotto e alla Coppa Ciano, così come, da qualche anno alla Coppa Acerbo, il cui circuito presentava minori difficoltà di ambientazione, sta per schiudersi il più vasto orizzonte della grande risonanza internazionale. Per la sua importanza e per il nome che porta, la Coppa Ciano da gran tempo, comunque, meritava questa definitiva grandiosa consacrazione.
Corrado Filippini
(Da “R.A.C.I.” Settimanale del Motore, dello Sport e del Turismo, n°29 Anno XI, 19 Luglio 1936)
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO – COPPA CIANO (1936)
La XVI Coppa Ciano e il suo nuovo percorso
La “XVI Coppa Ciano” di cui S. E. Costanzo Ciano è animatore fervido ed appassionato, si svolgerà quest’anno il 2 agosto su un anello stradale di 7 km, da ripetersi per 15 volte, pari a 105 km. per le vetture fino a 1500 cmc. di cilindrata e per 30 volte, pari a 210 km., per le vetture oltre 1500 cmc.
Il vincitore della XVI Coppa Ciano sarà il primo classificato della corsa per vetture di cilindrata oltre 1500 cmc.
La manifestazione che come è noto è indetta e organizzata dalla Sede Provinciale di Livorno, del R.A.C.I., è una manifestazione internazionale aperta di velocità valida per la classifica del Campionato Italiano Assoluto di Velocità.
La grande competizione ha, come nelle precedenti edizioni, una ricca dotazione di premi
Corsa per vetture fino a 1500 cmc.: al 1° classificato, L. 7.000; al 2° L. 5.000; al 3° L. 3.000. Totale L. 15.000.
Una speciale classifica sarà redatta per le vetture di cilindrata fino a 1100 cmc. con i seguenti premi: al 1° classificato, L. 5.000; al 2° L. 3.000; al 3° L. 2.000; somma da dividersi nel modo più sotto indicato, L. 5.000. Totale L. 15.000. Totale generale L. 30.000. La somma di L. 5.000 sarà così divisa: L. 500 ad ogni altro concorrente classificato in tempo massimo, che avrà compiuto i primi 8 giri in non oltre 6 minuti in più del miglior tempo sugli otto giri stessi.
Corsa per vetture oltre 1500 cmc.: al 1° classificato, L. 40.000; al 2° L. 20.000; al 3° L. 15.000; al 4° L. 10.000; al 5°L. 5.000; somma da dividersi nel modo più sotto indicato L. 11.100. Totale L. 101.100.
La somma di L. 11.100 sarà divisa: L. 1.000 ad ogni altro classificato in tempo massimo; L. 500 ad ogni altro concorrente non classificato in tempo massimo che avrà compiuto i primi 15 giri in non oltre 10’, rispetto al miglior tempo stabilito sui 15 giri stessi; L. 250 ad ogni altro non classificato ulteriormente che avrà compiuto i primi otto giri in non oltre 6 minuti rispetto al miglior tempo stabilito sugli 8 giri stessi, ove la somma di detti premi superi le L. 11.100 l’importo di ciascun premio verrà diminuito proporzionalmente. Sarà divisa fra i classificati in tempo massimo sul percorso totale, esclusi i primi 5 classificati, la somma eventualmente residua, fino alla concorrenza di L. 11.100, Contributo alla Cassa di Previdenza per Corridori Automobilisti L. 3.900. Totale Premi L. 135.000.
Per il concorrente che avrà effettuato il giro più veloce, premi in oggetto o diploma.
Per ciascuna delle due corse la classifica sarà fatta in base al minor tempo impiegato.
Alla corsa per vetture di cilindrata oltre 1500 cmc. saranno ammesse solamente le macchine della Categoria Corsa (Allegato C dei Codice Sportivo Internazionale dell’A.I.A.C.R.) aventi le seguenti caratteristiche:
a) cilindrata e carburante liberi;
b) peso massimo dei veicolo, con le quattro ruote, senza acqua né carburante, lubrificante, pneumatici e ruote di ricambio chilogrammi 750;
c) carrozzeria della larghezza esterna minima di mm. 850 su un’altezza minima di mm. 250. Queste due dimensioni saranno misurate a piombo sul sedile del conduttore.
Tutti i veicoli dovranno essere muniti di uno specchio retrovisivo.
Le macchine dovranno essere dipinte con i colori della nazionalità dei concorrenti. Ogni vettura dovrà portare, in modo chiaro e ben visibile, di grandezza proporzionata alla macchina, il numero di partenza assegnato (art. 119 del R.N.S. e Annesso 1 art. 180).
I numeri dovranno essere posti:
a) sul radiatore
b) sul cofano
c) posteriormente per ciascun lato
Le macchine dovranno avere, obbligatoriamente, una protezione efficace tra il motore e il posto del conduttore, allo scopo di evitare la proiezione delle fiamme, in caso di incendio della parte anteriore della vettura.
Alle gare saranno ammessi in qualità di concorrenti e conduttori, tutti coloro che siano muniti delle rispettive licenze internazionali 1936 XIV.
Il concorrente che sia anche conduttore dovrà essere munito di entrambe le licenze.
Il concorrente avrà il diritto di designare un conduttore e due meccanici per ciascun veicolo iscritto, nonché un conduttore di riserva. Durante la corsa e le prove, il conduttore dovrà essere a bordo.
E’ ammesso il cambio di guida purché il supplente sia il conduttore di riserva designato preventivamente, ed il cambio si effettui al traguardo alla presenza dei Commissario designato.
Quest’anno la gara si presenta particolarmente interessante per la sicura partecipazione di 5 vetture tedesche di cui 3 Auto Union e 2 Mercedes.
La Scuderia sarà rappresentata da 4 vetture che con ogni probabilità saranno pilotate di Nuvolari, Brivio, Farina, Dreyfus.
(Da “Scuderia Ferrari” anno VI N°12, 22 luglio 1936)
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LA XVI COPPA CIANO
La XVI Coppa Ciano lascia quest’an¬no il duro e faticoso circuito in salita del Montenero per un circuito pianeg¬giante stradale cittadino, che dalla clas¬sica rotonda di Ardenza per Via della Torre, Ardenza di Terra, Ponte Rio Ardenza, Via del Littoriale Piazza Barto¬lomei, Miramare, Via Duca Cosimo, Via¬le Vittorio Emanuele III ritorna alla rotonda di Ardenza.
Sette chilometri, lunghi e levigati, ret¬tilinei, tre o quattro curve ad angolo acuto, una diecina di ampie curve ve¬loci: circuito stradale di tipo misto adat¬tissimo per le grandi velocità.
Si lascia quindi il durissimo e lungo circuito del Montenero l’aspra e fati¬cosa salita al Castellaccio ed al Romito: si lascia la ripida discesa tra il monte a destra con a sinistra nello sfondo l’az¬zurro Tirreno.
Non più Coppa Ciano al Montenero ma Coppa Ciano sul circuito dell’Arden¬za; il nome della classica rotonda anche oggi, come nel glorioso passato, punto di arrivo e di partenza ricollega il vec¬chio e duro circuito a quello odierno più spettacolare e veloce.
Alla modifica del percorso che ha avu¬to come primo frutto l’adesione delle Case Tedesche - ed è la prima volta che le Case Germaniche partecipano alla corsa Livornese - è seguita la modifica del regolamento.
La gara infatti comprenderà una corsa per le macchine fino a 1500 cmc. - con classifica speciale per le 1100 - da ef¬fettuarsi per 15 giri pari a 105 Km., ed una corsa per le grandi macchine su 30 giri pari a Km. 210. La gara per le altre 1500 sarà retta dalla formula dei Grandi Premi, vi sarà cioè il limite di peso pre¬scritto dalla formula internazionale. Due gare distinte, due partenze, cer¬tezza di emozionanti e serrati duelli e possibilità di sviluppare velocità che non si potevano realizzare sul vecchio faticoso e tortuoso circuito. I piloti italiani saranno, come nel passato, tutti presenti a questa italianissima competizione che si intitola al nome glo¬rioso dell’Eroe di Buccari. Il R.A.C.I. saluta il vecchio circuito del Montenero che tanti ricordi ha segnato negli annali dell’automobilismo ita¬liano rievocando sinteticamente le tappe gloriose delle sue precedenti edizioni.
(Da “R.A.C.I” Settimanale del Motore dello Sport e del Turismo n°28 Anno XI, 12 Luglio 1936)
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO - COPPA CIANO (1936)
La Casa Auto Union, che aveva già annunziato la propria partecipazione alla Coppa Ciano, ha, in questi giorni, perfezionato la iscrizione delle sue macchine e confermato la presenza di tre vetture anziché di due come in primo tempo aveva deciso. I piloti saranno Achille Varzi, Rosemeyer e Stuck.
Anche la Mercedes, ha deciso di partecipare alla gara iscrivendo due macchine che saranno affidate a Luigi Fagioli e Brauchitsch. La Coppa Ciano avrà, dunque, quest’anno, una importanza eccezionale e uno speciale interesse per l’appassionata folla toscana alla quale è riservata la doppia attrattiva del nuovo circuito cittadino e della lotta fra macchine italiane e tedesche mai prima d’oggi scese in gara nella classica manifestazione livornese. Nella categoria oltre i 1500 cmc. parteciperà alle gare una appassionata inglese: Miss Ellison, prima di categoria nel “Gran Premio Africa del Sud” di quest’anno, e che disputerà la Ciano a bordo di una Maserati tre litri.
La lotta per le 1500 si preannunzia entusiasmante e nella prova riservata alle vetturette si possono, fino da ora, prevedere dei confronti interessantissimi. L’Era, la macchina inglese che ha partecipato a tutte le maggiori gare internazionali della stagione, sarà rappresentata da un greco, naturalizzato inglese, il sig. Embiricos, mentre una macchina francese, di nuova costruzione, l’Arkus, verrà affidata a Todd.
Infine la Rocca, la vetturetta costruita a Casalecchio di Reno, che già da due anni partecipa alla Ciano, invierà la sua squadra di cui l’uomo di punta sarà Azzi.
(Da “R.A.C.I.” Settimanale dell’Automobil Club Italiano1936)
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO – COPPA CIANO (1936)
L’ALFA ROMEO TRIONFA NELLA COPPA CIANO E LA MASERATI DOMINA NELLE VETTURETTE.
Un nuovo trionfo dell’Alfa Romeo, una magnifica vittoria della Maserati, sono i risultati delle grandi competizioni automobilistiche organizzate per la XVI volta a Livorno sul nuovo Circuito del Miramare. La gara travolgente ed entusiasmante condotta dai piloti e dalle macchine italiane contro le accanite avversarie straniere ed i bravi piloti chiamati a difenderne il luminoso passato è tale da non avere precedenti.
Pensate addirittura a Nuvolari, subito tolto dalla competizione in partenza per un guasto meccanico, che riprende la gara con la 8 cilindri al posto della 12 cilindri, notoriamente meno potente e che tuttavia, con una condotta di gara magnifica, una tenacia senza pari, riesce gradatamente a guadagnare i preziosi secondi perduti all’inizio, si porta vicino ai protagonisti e alla fine li supera, stabilisce il nuovo primato sul giro, poi vince con superiorità assoluta.
Il critico che ama e si appassiona al suo mestiere alla sua professione, suonerebbe meglio e che otto giorni prima, o quindici, o quanti volete voi, ha faticato varie camicie per dimostrare che pur avendo perso l’industria italiana ha ormai raggiunto le sue agguerrite avversarie, e che si trovi inaspettatamente ad aver ragione, crede di sognare. Nei suoi giudizi precedenti a questa scintillante vittoria, ha creduto di aver esagerato in fatto di ottimismo. Difatti solo otto giorni prima nel Gran Premio di Germania, la macchina esponente dell’industria italiana, non ha potuto figurare che al terzo posto.
Cosa è successo in soli otto giorni?
Nulla di straordinario. Le macchine dell’Alfa Romeo, sia la 8 che la 12 cilindri, sono quello che sono, cioè robuste, maneggevoli, stabili, ben frenate; ed i piloti sono ancora quelli: generosi, coraggiosi, decisi a tutto pur di vincere. Oggi si lotta sul filo del secondo, ma sopra tutto sulla resistenza e durata agli sforzi di tutta l’organica della macchina. Se per caso una macchina cede in partenza, come è stato a Livorno, se ne trova subito un’altra e se invece di una 12 cilindri, più moderna, più potente, meglio concepita, a un Nuvolari capita in mano una 8 cilindri, con qualche “numero”, in meno della 12 cilindri non importa. Si va all’attacco ugualmente e si vince perché i due cuori, quello della macchina e quello del pilota danno gli stessi palpiti, uguali energie, medesimi risultati.
Una specie di attacco alla baionetta alla “garibaldina” o, per essere aggiornati, alla fascista.
Che il Fascismo abbia riplasmato coscienze e volontà non è più un mistero, ma qui si opera sul metallo, che è ben altra cosa. E si dà vita e spasimi alle masse brute e un’anima e tiri cuore alla fredda materia. E si vince.
E allora il cronista sportivo, o meglio il tecnico come si usa dire , pensa che aveva ragione di sperare anche quando i fatti e i risultati sembravano contro il suo ragionamento, che era materiato non su episodi sporadici ma su tesi fondatissime; su calcoli di possibilità che dovevano fatalmente riprodursi.
Più di una volta, durante l’attuale stagione di corse ci è capitato di scrivere che tra le macchine tedesche e quelle italiane non corre più una grande differenza e che anzi, per certi impieghi, le macchine italiane si presentano complessivamente più a posto, più stabili, meglio frenate e che, pur essendo meno potenti delle rivali in ragione della minore cilindrata dei loro motori, consentono impieghi più redditizi. Il fatto si è ripetuto a Barcellona e a Milano per la 12 cilindri ed a Budapest ed a Livorno per la 8 cilindri.
Ma solo otto giorni prima al Nurburg Ring queste stesse macchine tedesche hanno trionfato nettamente, mentre oggi, salvo una, sono state travolte dalla battaglia. Mancanza di preparazione? Potrebbe darsi. Il fatto è che hanno ceduto sia per il motore che per le trasmissioni e per i freni. Achille Varzi, che si era subito rivelato per quel magnifico lottatore che è, ha appunto avuto noie ai freni ed è stato in seguito costretto al ritiro. Una deficienza grave questa in una macchina della perfezione e della potenza dell’Auto Union. Comunque questi freni al Nurburg Ring, dove venivano molto sollecitati ma non quanto a Livorno, si erano dimostrati efficienti.
La conclusione è che hanno ragione coloro che, come noi, vanno sostenendo che non bastano motori esuberanti per vincere le gare, specie le più difficili per i percorsi tormentati, ma che occorre avere macchine a posto in ogni organo.
E le Alfa Romeo confermano sempre più questa loro prerogativa.
Abbiamo già detto che la gara di domenica a Livorno è stata travolgente ed entusiasmante. Subito all’inizio però una grande amarezza colpiva gli astanti. Nuvolari, sul quale erano unicamente fondate le speranze italiane, era già fermo in partenza! Crollavano tante speranze e la gara si sarebbe risolta in un nuovo trionfo avversario.
Non doveva invece essere così, come vedremo.
La giornata livornese aveva inizio con la gara delle vetture della classe fino a 1500 cmc. dove venivano ancora una volta a trovarsi di fronte le due grandi rivali della categoria: Maserati ed Era.
Il Conte Trossi è stato una volta ancora il trionfatore sulla Maserati 6 cilindri 1500 ed ha avuto avversari tenaci in Seaman prima che pilotava la Delage e in Embiricos poi, sulla Era. Ma la potenza e la stabilità della Maserati, nonché l’abilità del pilota, hanno permesso questo nuovo significativo trionfo dei colori italiani. Il conte Trossi è stato magnifico di stile e di combattività e dopo aver respinto gli attacchi dei suoi tenaci avversari, si piazzava al comando mantenendolo fino all’arrivo.
Seaman dopo il quarto giro cedeva il secondo posto a Embiricos e veniva superato anche da Luigi Villoresi su Maserati, da Hartmann su Maserati e da Rovere pure su Maserati.
La rivelazione di questa gara è stato Luigi Villoresi che si impegnò seriamente pur non riuscendo a superare Embiricos. Hartmann ha compiuto una bella gara e Bergamini su Maserati è risultato primo delle macchine di 1100 cmc.
Il pubblico si è interessato moltissimo anche a questo preludio della grande gara ed alla fine ha calorosamente applaudito il vincitore ed i protagonisti della bella gara.
L’attesa si fa spasmodica mentre si allineano al traguardo le dieci macchine che daranno vita alla XVI Coppa Ciano. I recinti rigurgitano di pubblico, le tribune sono affollatissime. S.E. Costanzo Ciano. presidente della Camera e S.E. Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri, scendono in pista a salutare i campioni, mentre nella tribuna d’onore le loro Consorti sono circondate da personalità della politica e dello sport.
I concorrenti si dispongono in questo ordine:
- prima fila: Rosemeyer su Auto Union; Nuvolari su Alfa Romeo 12 cil.; Varzi su Auto Union;
-seconda fila: Stuck su Auto Union; Brivio su Alfa Romeo 12 cil.;
-terza fila: Dreyfus su Alfa Romeo 8 cil.; Pintacuda su Alfa Romeo 8 cil.; Biondetti su Alfa Romeo;
-quarta fila: Ghersi su Maserati; Calamai su Alfa Romeo.
Al segnale di partenza Varzi e Rosemeyer passano in testa seguiti da tutti gli altri, salvo Nuvolari che dopo pochi metri si ferma e scende di macchina. La folla resta quasi annichilita per la sfortuna che colpisce il suo favorito.
Intanto gli altri concorrenti hanno compiuto il primo giro. Passa in testa Varzi seguito da Rosemeyer, indi Brivio, Stuck, Dreyfus, Pintacuda, Biondetti, Ghersi e Calamai.
I dirigenti la Scuderia Ferrari vanno prendendo una decisione molto saggia: sarà fermato Pintacuda e la sua 8 cilindri passerà a Nuvolari. Al terzo giro il piano viene attuato e Nuvolari ripartirà con oltre un minuto di ritardo, fra le deliranti acclamazioni della folla.
Al terzo e al quarto giro avvengono altri colpi di scena: Stuck è fermo per guasto al motore e Rosemeyer si ferma e si ritira, non si sa bene per quale motivo.
Brivio, che in questo travolgente inizio ha già data la misura del suo alto valore, è secondo a 19” da Varzi, mentre Nuvolari comincia a guadagnare secondi ogni giro. Al 12° giro infatti il mantovano riesce a superare Dreyfus piazzandosi così al terzo posto. Ghersi si ritira per guasto al motore, mentre Biondetti si porta al quinto posto, tallonato da Stuck che è di nuovo in gara con la macchina di Rosemeyer. Lo sforzo di Biondetti però è di breve durata perché poco dopo è costretto a ritirarsi.
Intanto Varzi non marcia più con la sicurezza e la regolarità di prima. I suoi freni accusano delle deficienze. Ne approfittano tanto Brivio che Nuvolari per avvicinarsi al leader. Nuvolari, che girava in 3’30” scende man mano a 3’26” e 3’27”. Il mantovano accelera sempre più e al 22° giro impiegava 3’23”1/5 pari alla velocità di Km. 124.015, tempo che risulterà il migliore di tutta la giornata. Però al 20° giro, fra il delirante entusiasmo della folla tanto Nuvolari che Brivio riuscivano a superare Varzi portandosi così al comando della gara. Varzi si fermava per regolare i freni e ripartiva per fermarsi al giro seguente avendo anche un freno bloccato.
Ormai la gara era vinta dalle macchine italiane e infatti dopo una scaramuccia tra Brivio e Nuvolari, questi passava al comando per finire la gara da vincitore. L’entusiasmo della folla è tale che viene invaso il Circuito e Nuvolari è portato in trionfo.
Questa nuova grandiosa prodezza di Nuvolari meritava bene tanto entusiasmo.
LE CLASSIFICHE:
Classe oltre i 1500 cmc.:
1. Nuvolari Tazio su Alfa Romeo 8 cil. che compie i Km. 210 del percorso in 1h.44’40”, alla media oraria di Km. 120.382;
2. Brivio Antonio su Alfa Romeo 12 cil. in 1h.44’57”4/5;
3. Dreyfus Renato su Alfa Romeo 8 cil. in 1h.46’10”3/5;
4. Hans Stuck su Auto Union in 1h.47’44”1/5;
5. Calamai su Alfa Romeo 1750 fermato al 27° giro.
Giro più veloce: il 22° di Nuvolari che ha percorso 7 Km. in 3’23”1/5 alla media di Km. 124.015.
Classe fino a 1500 cmc.:
1. Trossi Carlo Felice su Maserati 6 cil. che compie il percorso di Km. 105 in 58’5”2/5, alla media di Km. 108.452;
2. Embiricos su E.R.A. in 58’5” e 4/5;
3. Villoresi Luigi su Maserati 4 cil. in 59’13”4/5;
4. Hartmann su Maserati 6 cil. in 1h.01’14“2/5;
5. Rovere su Maserati 4 cil. in 1h.01’58”;
6. Seaman su Delage in 1h.02’32”;
7. Bergamini su Maserati fermato al 14° giro, in 1h.0’15”;
8. Mac Evoy su Maserati 6 cil. fermato al 14° giro, in 1h.0’32”4/5;
9. Prosperi su Maserati, fermato al 14° giro, in 1h.1’15”;
10. Platè su Talbot, fermato al 13° giro, in 1h.1’4”;
11. Desanctis su Fiat, fermato al 12° giro,in 1h.0’9”4/5.
Ritirato: Bianco al tredicesimo giro.
Giro più veloce: il settimo di Trossi in 3’48”3/5, media
Km. 110.326.
(Da “L’Auto Italiana” 10 Agosto 1936)
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO – COPPA CIANO (1936)
DAL G.P. DI GERMANIA ALLA COPPA ACERBO ATTRAVERSO IL MEMORABILE TRIONFO DELLA COPPA CIANO.
La mattina della corsa di Nuvolari incontrando Vittorio Jano, giunto allora da Milano, con quel certo malesserino che i tempi segnati in prova, ufficialmente, da Rosemeyer e, ufficiosamente da Varzi avevano messo in corpo di chi sperava nella Coppa Ciano come in una buona occasione di rivincita del Gran Premio della Germania, dopo il saluto di rito se ne saltò fuori con una affermazione che lì per lì sorprese. Disse presso a poco così: - Stia tranquillo, ingegnere: oggi si vince noi!-
Dove andasse a scovare tanta fiducia Nuvolari, sul momento, Jano non comprese. Forse pensò a una uscita guascona del mantovano: forse si disse che la speranza in un uomo uso a combattere come Nuvolari poteva, per un gioco di riflessi, anche di divenire sicurezza. Fatto si che alla partenza, sempre per via di quei benedetti tempi sul giro, certi della vittoria di Nuvolari non ve ne erano tanti. Dieci secondo dopo il via, forse non ve ne era, addirittura, nemmeno uno. È noto perché. Poi la corsa assunse il ritmo che sapete e Nuvolari da ultimo, o quasi, che era ripartito sulla macchina di Pintacuda, fu il primo a tagliare il traguardo e il più veloce anche sul giro, in un tempo parziale che nessuno in prova era riuscito a far registrare.
Nuvolari, dunque, aveva ragione? A cose fatte lo stesso Tazio volle precisare il proprio pensiero e disse che era sicuro di vincere perché il circuito era di quelli che gli vanno più a fagiolo, perché s’era accorto che tirare a fondo in prova era forse inutile, che la Coppa Ciano sarebbe diventata, dopo quindici giri, una gara di freni più che di motore e che nel tratto più difficile -quello compreso fra la curva della rotonda e l’abitato di Ardenza e di Miramare, sinuoso, stretto e spesso fra i muri- il pilota che si fosse deciso ad arrischiare un poco di più avrebbe finito per mangiare diversi secondi a tutti. Un attimo di incertezza l’ebbe soltanto al momento dell’incidente in partenza che lo relegò fuori gara, che lo privò della “12 cilindri”, in fine che lo costrinse a partire sulla “8 cilindri” di Pintacuda, con un non desiderato svantaggio di circa un minuto.
La “12 cilindri”, diceva Nuvolari, maneggevole come la “8 cilindri” e non meno bene frenata, è più potente della “8 cilindri”; c’era da temere soltanto la minore accelerazione, insomma, della “8 cilindri” nei confronti della “12 cilindri”. Per il resto eravamo a posto ugualmente.
Nuvolari l’ha del resto dimostrato.
A voler scoprire il senso risposto dell’affermazione di Nuvolari poche ore prima del via e ad avvicinare questo significato al risultato finale, ci si trova quasi senza voler a concludere che erano -e più lo saranno- esatte le considerazioni espresse più volte sul conto delle moderne vetture da corsa e delle loro superiorità relativa piuttosto che assoluta e del differente gioco di certi fattori che mutano da gara a gara, da un tipo di circuito ad un altro.
Le Auto Union erano reduci da una vittoria indiscutibile come quella del G.P. della Germania al Nurburg Ring eppure hanno vinto in modo schiacciante le Alfa Romeo! Può sembrare un controsenso o la conseguenza di una giornata particolarmente disgraziata, ma non lo è. È, piuttosto, la dimostrazione palmare della decisiva influenza che può aver un tipo di strada sul rendimento complessivo di una vettura; o, invertendo i termini, del diversissimo impiego che della macchina si deve fare passando da un circuito all’altro.
Dal Nurburg Ring al Circuito di Miramare corre, tecnicamente, un abisso: naturale che i risultati forniti dalle stesse vetture possano addirittura invertirsi.
Non è più un osservazione molto fresca quella che attribuisce alle più potenti Auto Union un titolo di superiorità nei circuiti veloci o in altri che richiedano molta potenza di motore, sopratutto. Non è più un mistero neppure che le Alfa Romeo, meno potenti perché di cilindrata inferiore, per le loro doti di maneggevolezza, di stabilità, di frenata eccetera possano prevalere su strade ad andamento molto sinuoso (meglio se con curve a ritornare) perché il pilota che ne abbia il coraggio e l’abilità può con esse guadagnare tempo nelle curve, sfruttando la più efficiente decelerazione e le più alte doti di stabilità laterale. Avere quel tanto di potenza che è necessaria alla più rapida accelerazione uscendo da una curva a stretto raggio, serve spesso molto di più che un eccesso di potenza, anche se questa più alta potenza possa servire dopo a macchina ritornata in condizioni normali di ripresa. E tanto meglio, poi, se fra una curva e l’altra il tratto diritto non sia più lungo di tre o quattrocento metri. Perché la decelerazione entra di nuovo in scena e il tempo complessivo su questo tipo di circuiti diviene la somma di tanti fattori e non la risultante, come il circuito veloce, di uno solo: la potenza del motore.
Se fate attenzione v’accorgerete, comunque, che l’Auto Union ha vinto in prevalenza sui circuiti veloci, con medie superiori ai 130 all’ora; e che l’Alfa Romeo ha fatto il contrario. Cioè che ha vinto a Barcellona, a Budapest, a Milano e a Livorno dove le medie sono state più basse. Il pilota vincitore è sempre stato Nuvolari, due volte con la “12 cilindri” due volte con la “8 cilindri”, ciò vuol dire che per vincere le Alfa Romeo hanno bisogno d’avere un pilota della classe del mantovano.
Da Livorno la vicenda delle grandi gare internazionali porterà il 15 agosto a Pescara. Altro circuito, altre strade, altre possibilità. Il circuito di Pescara apparteneva alla categoria dei circuiti stradali più veloci. Sono famosi i due rettifili di Montesilvano e di Pescara. Una vertiginosa sfilata di chilometri sul filo delle velocità attuali. Come contrapposto v’è un tratto misto di circa di 13 chilometri. Circuito completo, quindi. Il Circuito di Pescara presentava un pericolo notevole per le gomme. Gli organizzatori hanno posto un riparo istituendo altre due varianti a metà dei due rettifili, che costringeranno a fermare o quasi. La gara non perderà la sua caratteristica, ma diminuiranno i pericoli.
Con tutta probabilità i protagonisti della Coppa Acerbo saranno gli stessi della Coppa Ciano, cioè Auto-Union e Alfa Romeo. La Mercedes costretta a una revisione tecnica delle proprie vetture forse si arresterà. Al massimo correrà il solo Fagioli. Vincerà ancora l’Alfa Romeo o Auto Union ritornerà al successo? L’interrogativo trascina con se una serie di considerazioni che non è il caso di elencare. Il concetto sarebbe comunque questo: se il tipo di strada si adatti più alle macchine tedesche che a quelle italiane. Da una risposta esatta può dipendere l’esito della grande prova abruzzese di ferragosto.
Ma questa risposta non la potrà dare, come del resto è logico, che la stessa gara la cui importanza e il cui valore sportivo trascendono, quindi, dal normale significato per assurgere a una cifra tecnica eccezionale.
Il che è nelle tradizioni di Pescara.
Corrado Filippini
(Da “R.A.C.I.” Settimanale dell’Automobil Club Italiano Agosto 1936)
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XVI CIRCUITO DEL MONTENERO – COPPA CIANO (1936)
PER LA QUINTA VOLTA NUVOLARI VINCE LA COPPA CIANO.
TROSSI PRIMO NELLA CATEGORIA DELLE PICCOLE CILINDRATE
Nuvolari ha voluto legare per la quinta volta il suo nome alla Coppa Ciano, vincendo magistralmente questa combattuta edizione della grande corsa livornese.
Per merito suo l’industria e lo sport italiani hanno riportato un successo che nessuno poteva prevedere. Dura mente provato da un incidente meccanico nello stesso istante in cui la gara aveva inizio, - un inizio travolgente e pauroso - si è buttato nella lotta con la macchina che Pintacuda gli ha ceduto e ha dato ed ha accettato battaglia con l’ardore che, la maturità piena degli anni rende oltremodo temerario.
Tutta la competizione, che ha avuto fasi emotive, può dirsi imperniata sull’azione di Nuvolari fino a quando il campione italiano unitamente a Brivio e Dreyfus è riuscito ad essere assoluto padrone della gara.
Nelle grosse cilindrate due marche erano scese in lizza, decise a riportare comunque il successo: una, l’Auto-Union, reduce dal più recente trionfo del Gran Premio di Germania, forte di due anziani e di un giovane; l’altra, l’Alfa Romeo della Scuderia Ferrari, con due giovani e un anziano. Ed è stata battaglia aspra, ardente, senza quartiere, che ha visto uomini e macchine impegnatissimi. Le sorti della gara sembrava dovessero volgere in netto favore dei tedeschi. Eliminata fin dalla partenza la 12 cilindri di Nuvolari, Varzi e Rosemeyer si lanciavano nella battaglia decisi a sgominare tutti. Ma gradatamente prima Rosemeyer e poi Varzi dovevano rinunciare a ogni aspirazione, mentre Nuvolari si faceva strada tenacemente e progressivamente fino a rimanere dominatore incontrastato. La gara è stata condotta con impareggiabile maestria dal mantovano che ha svolto in questa classica competizione italiana una delle sue pagine più brillanti.
Alla gara hanno assistito numerose personalità del mondo politico e dello sport. Nella tribuna d’onore erano il Presidente della Camera on. Costanzo Ciano conte di Cortellazzo con la consorte donna Carolina, il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano e la contessa Edda Ciano Mussolini, il sottosegretario agli Interni on. Guidi Buffarini, il sottosegretario agli Esteri Bastianini, il capo di Stato Maggiore della Milizia gen. Russo, l’on. Bonomi direttore generale del Turismo, il gen. Terlizzi, l’on. Roncoroni, il comm. Magnani direttore generale del R.A.C.I. in rappresentanza anche del presidente conte Alberto Bonacossa, il presidente della Commissione sportiva ing. Furmanik, il prefetto, il podestà, il federale di Livorno e numerose altre autorità.
Dopo la gara delle piccole cilindrate, il conte Galeazzo Ciano accompagnato dal ministro si reca a salutare sulla linea di partenza i concorrenti e poscia al segnale della piccola figlia dei podestà di Livorno la competizione ha inizio. La bandierina azzurra si è appena abbassata che i bolidi scattano.
Rosemeyer, Nuvolari e Varzi, che, partono in prima linea, in un balzo sono alla fine del breve rettilineo di partenza ove è collocata la prima pericolosissima curva avendo alle spalle Stuck e Brivio, Dreyfus, Pintacuda, Biondetti, Ghersi, e Calamai. In un attimo le dieci macchine si affollano nel breve spazio riservato alla virata. E’ un attimo emozionante ma subito, sul rettilineo che corre a ridosso del quadro delle segnalazioni e degli stalli di rifornimento, le macchine sgusciano fulminee e abbordano la prima curva. E’ in testa Rosemeyer mentre Nuvolari rallenta e si ferma. Nel primo balzo ha rotto il differenziale e la macchina è inservibile.
L’eliminazione dell’asso italiano sin dal primo inizio lascia la folla costernata e disillusa. Ma al passaggio successivo Pintacuda cede la macchina a Nuvolari che si slancia disperatamente all'inseguimento. Varzi intanto ha assunto il comando della gara. Egli passa deciso a una media di 120, all’ora avendo nella propria scia Stuck, Rosemeyer, Brivio, Dreyfus, Pintacuda, Biondetti, Ghersi, Calamai. Al terzo giro manca Stuck che giunge poco dopo a piedi alle tribune.
La sua vettura ha urtato in un marciapiede e la macchina è inservibile. Alla seconda posizione passa quindi Rosemeyer seguito da Brivio: ma al quarto giro nuovo colpo di scena: passano Varzi che è seguito da Brivio, Dreyfus, Nuvolari e Biondetti mentre Rosemeyer giunge lentamente e si ferma agli stalli. Al giro successivo le posizioni non mutano. Varzi è sempre in testa, tallonato da Brivio, Dreyfus e Nuvolari che si avvantaggia sensibilmente, mentre Rosemeyer, che riprende dopo l’arresto, supera Biondetti e si porta in. quinta posizione.
Ma le sorprese non sono finite poiché al sesto giro Rosemeyer è ancora fermo ai rifornimenti e cede definitivamente la guida a Stuck. La sorte dell’Auto Union è ormai affidata al solo Varzi il quale forza a ogni giro e all’ottavo ha già doppiato con Brivio i tre ultimi e cioè Biondetti, Calamai e Ghersi. La gara, che si svolge a ritmo velocissimo, non subisce altri spostamenti per alcuni giri, per quanto Nuvolari guadagni progressivamente e sensibilmente terreno, tanto che all’inizio del 12° giro può sorpassare Dreyfus e insediarsi al terzo posto con grande giubilo della folla. Dal dodicesimo al diciottesimo giro Varzi conduce sempre velocissimo ma i due rappresentanti dell’Alfa Romeo non gli danno tregua, Brivio e Nuvolari diminuiscono il distacco sino a ridurlo a dieci e quattordici secondi e infine a cinque e sette secondi.
E’ il momento più interessante della lotta. La folla partecipa appassionatamente a questa dura e bellissima competizione e grida il suo incitamento. Il duello volge favorevole alle macchine italiane: infatti al diciannovesimo giro, dietro il gruppo di case dell’Ardenza dal quale sbucano le macchine per correre sul rettilineo che porta alle tribune, un bolide rosso appare, entra rombando nel breve rettifilo del traguardo, passa in un attimo, raggiunge la curva della ripresa: è Nuvolari il quale ha lasciato alle spalle l’argentea vettura di Varzi e lo stesso Brivio e ha assunto il comando della corsa.
La folla urla di gioia. Poco dopo giunge Varzi che si ferma un attimo e poi riparte. Ma decisamente la sua macchina è stata troppo duramente provata e al giro successivo egli si ferma ancora, scende e rinuncia alla lotta. Delle tre Auto Union resta in gara sol tanto quella di Stuck assai in ritardo.
Qui la manifestazione sportiva potrebbe ritenersi conclusa, ma l’ardente spirito agonistico di Nuvolari non cede ed egli impegna un’altra lotta, quella col tempo, nella quale riuscirà a ottenere un altro successo, quello del giro più veloce. E’ infatti in questa seconda metà di gara che, egli riesce anche a stabilire il giro più veloce. Così Nuvolari completa trionfalmente la sua grande giornata.
Al termine dei trenta giri l’asso italiano viene ricevuto nella tribuna delle autorità ove il ministro e Costanzo Ciano si congratulano con lui; poi la folla lo porta in trionfo, lo assale in un entusiasmo senza freno. Una bellissima gara oltre a Brivio, ha compiuto anche Dreyfus.
Ecco la classifica:
1. Tazio Nuvolari (Alfa Romeo) trenta giri pari a km. 210 in 1h.44’40” (media km.120.582 );
2. Brivio (Alfa Romeo) in 1h.44’57” 4/5;
3. Dreyfus (Alfa Romeo) in 1h.46’10” 3/5;
4. Stuck (Auto Union) in 1h.47’44” 1/5;
5. Calamai (Alfa Romeo) fermato al ventisettesimo giro. Giro più veloce: il ventiduesimo di Nuvolari in 3’23”1/5 (media chilometri 124.015).
LE PICCOLE CILINDRATE.
Nelle piccole cilindrate, la cui gara si è svolta prima di quella dei bolidi, una brillante vittoria è stata conseguita da Trossi su un lotto poderoso e agguerrito di quindici vetture tra cui erano anche la Delage dell’inglese Seaman e la Era di Embiricos. Seaman ha assunto il comando all’inizio ma Trossi ha subito portato il suo attacco e al quarto giro è passato primo con notevole vantaggio. Al settimo giro, Trossi ed Embiricos stabiliscono con lo stesso tempo il giro più veloce della gara. Buona la prova di Villoresi classificatosi terzo. Belmondo è stato costretto a ritirarsi nella seconda metà della gara.
Ecco la classifica:
1. Trossi (Maserati) 15 giri, km. 105 in 58’5”2/5 (media km. 108.452);
2. Embiricos(Era) in 59’3”4/5;
3. Villoresi (Maserati) in 59’13”4/5;
4. Hartman (Maserati) in 1h.1’14”2/5;
5. Rovere (Maserati) in 1h.1’58”;
6. Seaman (Delage) in 1h.2’32”.
Fermati al quattordicesimo giro Bergamini, Mc Evoy, Prosperi; al tredicesimo Platè; al dodicesimo De Santis. Giro più veloce: il settimo di Trossi e Embiricos in 3’48” 3/5 (media km. 110.376).
(Da “R.A.C.I.” Settimanale dell’Automobil Club Italiano 1936)
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La XVI Coppa Ciano
LA CLASSIFICA:
1.Nuvolari Tazio (Alfa Romeo 8 cil.) che compie i km. 210 del percorso in ore 1h.44’40”, alla media oraria di km. 120.382.
2.Brivio Antonio (Alfa Romeo 12 cil.) in 1h.44’57”4/3.
3.Dreyfus Renato (Alfa Romeo 8 cil.) in 1h.46’10”3/5.
4.Stuck Hans (Auto Union) in 1h.47’44” e 1/5.
5.Calamai (Alfa Romeo 1750), fermato al 27° giro.
Giro più veloce: il 22° di Nuvolari, che ha percorsi 7 km. in 3’23”1/5, alla media di chilometri 124.015.
I COMMENTI:
“La Gazzetta dello Sport”
I risultati di questa corsa lasciano perplessi. La 8 cilindri Alfa Romeo ha vinto nettamente, battendo e la Auto Union e la più recente 12 cilindri Alfa Romeo.
Ci sarebbe da restare interdetti davanti a questo risultato.
Come spiegare che la trionfatrice del Gran Premio di Germania di domenica scorsa ha potuto cedere così improvvisamente? Sia per i freni che per le sospensioni e i motori, questa vettura era apparsa perfettamente effìciente domenica scorsa. Qui invece hanno proprio ceduto freni e motori: e noi siamo del parere che molto conti, sui risultati delle corse, la preparazione delle macchine.
Ora evidentemente con le corse così addossate l’una all'altra, la preparazione diviene affrettata ed in certi casi superficiale: si fanno poche prove sul circuito, non si ha il tempo di ripassare le vetture, non si ha il modo di studiare il loro comportamento sul percorso di gara. E su questo circuito tormentato e difficile più che mai, queste prudenziali misure sono necessarie perché le vetture devono venire impiegate al limite, specialmente per ciò che riguarda taluni organi, come i freni.
La vittoria dell’Alfa Romeo può ben dirsi una vittoria dei suoi freni. A parte il fatto che Nuvolari è l’uomo dei miracoli, si è visto che, fra le 12 cilindri e la 8 cilindri, su un percorso come questo, la differenza è poca e che la potenza conta fino ad un certo punto, mentre invece molto di più contano la stabilità ed i freni.
Varzi, nelle prove, aveva girato in ben diversi tempi. Ma se avesse più a lungo provato avrebbe probabilmente constatato che i freni non avrebbero potuto reggere a quel ritmo. Eppure al Nurburg Ring questi organi non avevano rivelato alcuna deficienza. Ma è anche vero che su quel percorso essi, non subiscono un così logorante impiego come su un percorso come questo di Livorno.
E l’Auto Union avrà potuto apprendere che c’è ancora da lavorare in questo campo così come l’Alfa Romeo avrà probabilmente da rivedere le sue trasmissioni, per quanto l’incidente di Nuvolari possa anche attribuirsi allo spunto troppo violento della partenza. Anche Dreyfus a Deauville ebbe un incidente del genere. Resta comunque confermato che l’Alfa Romeo è più che mai temibile, specialmente su percorsi misti.
Questo alternarsi di vittorie e di sconfitte, tra l’Alfa Romeo e l’Auto Union, non prova del resto un grande equilibrio di valori meccanici? Equilibrio che rende emozionantissime, combattute e incerte queste battaglie di tecnica e di sport, come da un pezzo non lo erano.
Alla gara assistette una folla enorme e grande fu l’entusiasmo con cui festeggiò oltre ai corridori l’on. Costanzo Ciano, al cui nome essa è dedicata.
Erano nella tribuna d’onore la contessa Edda Ciano Mussolini, l’on. Galeazzo Ciano, l’on. Bonomi, l’on. Parini, l’on. Teruzzi e l’ing. Magnani in rappresentanza del Presidente generale del R.A.C.I. e l’ing. Furmanik, presidente della Commissione Sportiva.
La corsa, che si è iniziata fra la delusione generale, terminava tra il giubilo traboccante della folla la quale, all’arrivo di Nuvolari e di Brivio, si impadronì di loro e poco mancò non li riducesse a malpartito per l’eccessivo entusiasmo.
“Il Littoriale”
La sedicesima Coppa Ciano ha, certamente, superato di gran lunga tutte le edizioni passate. Sembrava una gara naufragata al primo giro, quando Nuvolari, subito dopo lo scatto iniziale, fu visto restare in coda al piccolo plotone e fermarsi sconsolato scendendo di vettura, doveva trasformarsi in breve, protagonista naturalmente il mantovano, nella più interessante e più bella gara dell'intera stagione.
Questa in sintesi la indimenticabile vicenda della XVI Coppa Ciano alla quale Nuvolari ha legato indissolubilmente il proprio nome e nella quale l'Alfa Romeo si è ampiamente rifatta della cattiva giornata di Adenau confermando la propria superiorità complessiva su questo tipo di strade. Barcellona, Budapest e Milano erano con i loro risultati altrettanti punti fermi: la vittoria nella Coppa Ciano è la più luminosa conquista.
Tecnicamente questo successo è più pregevole perché la macchina con la quale Nuvolari l’ha conquistato era una otto cilindri di appena 3.900 cmc., nettamente meno potente e meno veloce dell’Auto Union di Stuck e di Varzi che avevano dei motori di 5400 cmc. di cilindrata. Esso è una riprova, una documentazione inoppugnabile di osservazioni altre volte fatte sul tema. Cioè che non è soltanto la potenza il fattore decisivo per una vettura da corsa, specie se il tracciato sia sinuoso e tale da richiedere tante accelerazioni positive e tante negative, e soprattutto una maneggevolezza estrema fatta di stabilità e di ottime possibilità di impiego della macchina in tutte le condizioni di marcia.
Inutile, crediamo, sfoggiare altri, del resto difficilmente escogitabili, aggettivi di lode per Nuvolari. Tazio nel suo genere è un fenomeno. Nelle gare dove occorre il cuore del combattente, dove si deve lottare, dove si deve osare, Nuvolari è imbattibile. Solo Nuvolari sa spingere ai limiti a cui arriva. Sembra che una forza misteriosa moltiplichi le sue risorse nervose, che un assillo lo spinga e Nuvolari va. Nelle sue mani la macchina si fa docile e si presta quasi a sovvertire le leggi fondamentali dell’equilibrio. E quando sembra che impenni, ecco che il pilota meraviglioso la riprende e la domina.
I dieci giri centrali della Coppa Ciano, quelli nei quali Nuvolari, superato Brivio, volle mettere distanza fra sé e il valoroso camerata, non saranno tanto presto dimenticati; prodezza magnifica di un magnifico campione.
Con Nuvolari bisogna citare Tonino Brivio che ha fatto una delle sue più belle corse e che ha guidato con uno stile impressionante. Senza un Nuvolari nella giornata in cui era il mantovano, Brivio avrebbe certamente vinto. E’ il migliore elogio che gli si possa fare.
“La Stampa”
La XVI edizione della Coppa Ciano si è conclusa con una spettacolosa vittoria di Tazio Nuvolari e con il trionfo delle Alfa Romeo della Scuderia Ferrari. Il campione italiano ha ottenuto il suo quinto successo nella corsa livornese in modo memorabile.
Quello che ha saputo fare Nuvolari sul nuovo circuito del Miramare ha dei prodigioso. Al via Nuvolari, che ha a fianco Varzi e Rosemeyer, parte come un saetta e riesce a strappare subito qualche metro di vantaggio sui suoi compagni di linea. Il mantovano abborda con sicurezza la curva del traguardo mentre dietro a lui le macchine, coda a coda, cercano di farsi luce. Ma ancora prima che Nuvolari possa girare la rotonda di Ardenza, la 12 cilindri, tra lo stupore generale, cede di schianto. Il pilota della Scuderia Ferrari sterza a destra e si porta per forza di inerzia presso gli stalli.
Cos’è accaduto? Alla macchina di Nuvolari si è spezzato l’asse di trasmissione. E’ dunque finita per l’asso italiano. I tedeschi avranno via libera? Sono questi gli interrogativi che si rivolge ora la folla mentre i meccanici della scuderia modenese si affollano attorno alla macchina. Allo stallo della Ferrari una pronta decisione, come richiedono le circostanze, è presa. Nuvolari passerà alla guida della macchina di un compagno di squadra e riprenderà cosi la lotta. Brivio, che corre con l’altra 12 cilindri Alfa Romeo, è al secondo giro sulla scia di Varzi e Dreyfus tallona il compagno di scuderia. In ritardo è Pintacuda. Il mantovano all’inizio del terzo giro, sostituirà il reduce dal sud America che partecipa alla gara con una delle 8 cilindri.
Nuvolari, che raccoglie un uragano di applausi, parte quindi in netto ritardo....
... Ben più emozionante è stata la corsa delle grosse cilindrate alla quale hanno partecipato 10 macchine delle 13 iscritte. Già vi abbiamo detto dell’incidente toccato a Nuvolari e delle sostituzioni di Pintacuda con Nuvolari e di Rosemeyer con von Stuck. Dal quinto giro la corsa diveniva elettrizzante. Varzi conduceva fortissimo, inseguito da Brivio, Dreyfus e Nuvolari, mentre Stuck si manteneva in quarta posizione. A metà gara le posizioni erano le seguenti: 1. Varzi in 52’33”; 2. Brivio 52’47”; 3. Nuvolari 52’58”; 4. Dreyfus 53’17”.
La lotta si sferrava accanitissima. Lo spettacoloso inseguimento di Brivio, che dopo il 105° chilometro era distaccato di soli 14” mentre Nuvolari, che inseguiva in terza posizione, aveva momenti indimenticabili. Ma la gara si risolveva al 19° giro quando cioè Varzi, che fino a quel momento aveva tenuto il comando della corsa, accusava noie ai freni ed era costretto a fermarsi per una ventina di secondi agli stalli. Ne approfittava subito il mantovano per assumere il comando della gara mentre Varzi al 20° giro abbandonava definitivamente.
Ormai la gara era vinta dai campioni dell’Alfa perché, per i tre bolidi rossi, l’Auto Union di Stuck, per quanto in quarta posizione, non costituiva certo una seria minaccia. All’arrivo Nuvolari venne portato in trionfo dalla folla che tributava ai valorosi e cavallereschi compagni del mantovano e a Von Stuck entusiastiche ovazioni.
“Il Corriere della Sera”
Nuvolari ha voluto legare per la quinta volta il suo nome alla Coppa Ciano, vincendo questa competizione nella sua edizione più interessante e combattuta. Per merito suo l’industria e lo sport italiani hanno riportato un successo che ha un valore altissimo. Duramente provato da un incidente meccanico nello stesso istante in cui la gara aveva inizio, - un inizio travolgente e pauroso,- si è buttato nella lotta con la macchina che Pintacuda gli ha ceduto e ha dato ed ha accettato battaglia con l’ardore che, malgrado il passare degli anni, non accenna a diminuire in lui. Tutta la competizione, che ha avuto fasi emotive, può dirsi imperniata sull’azione di Nuvolari fino a quando il campione italiano non è rimasto con Brivio e Dreyfus assoluto padrone della situazione.
La XVI Coppa Ciano ha avuto un successo che supera e oscura i precedenti: la potenza delle macchine in gara, il valore dei piloti di classe internazionale, il ritmo della contesa, l’entusiasmo della folla eccezionalmente numerosa, le difficoltà del percorso, la media stabilita che supera i 120 orari sono i requisiti di una manifestazione che ha compiuto un’altra tappa, la più luminosa del suo lungo cammino ascensionale.
Nelle grosse cilindrate due marche erano scese in lizza. decise a riportare comunque il successo : una, l’Auto Union reduce dal più recente trionfo dei Gran Premio di Germania, disponente di due anziani e di un giovane: l’altra, l’Alfa Romeo della Scuderia Ferrari, con due giovani e un anziano. Ed è stata battaglia aspra, ardente, senza quartiere, che ha visto uomini e macchine impegnatissimi. Le sorti della gara sembrava dovessero volgere in netto favore dei tedeschi. Eliminata fin dalla partenza la 12 cilindri di Nuvolari, Varzi e Rosemeyer si lanciavano nella battaglia decisi a sgominare tutti. Ma gradatamente, prima Rosemeyer e poi Varzi dovevano rinunciare a ogni aspirazione, mentre Nuvolari si faceva strada tenacemente e progressivamente fino a rimanere dominatore incontrastato. Questa, in sintesi, la gara che ricorda nelle linee essenziali l’ultima prova italiana disputata sul circuito di Milano.
Alla gara hanno assistito numerose autorità e personalità del mondo politico e dello sport. Nella tribuna d’onore erano il Presidente della Camera on. Costanzo Ciano conte di Cortellazzo con la consorte donna Carolina, il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano e la contessa Edda Ciano Mussolini, il Sottosegretario agli Interni on. Guidi Buffarini, il Sottosegretario agli Esteri Bastianini, il Capo di Stato Maggiore della Milizia gen. Russo, l’on. Bonomi direttore generale del Turismo, il gen. Teruzzi, l’on. Roncoroni, il comm. Magnani direttore generale dei R.A.C.I. in rappresentanza anche del presidente conte Alberto Bonacossa, il presidente della Commissione sportiva ing. Furmanik, il prefetto, il podestà, il federale di Livorno e numerose altre autorità.
“Gazzetta dei Popolo”
Quando Tazio Nuvolari è uscito dal suo rosso bolide, viso abbronzato dal sole, gli occhi arrossati dallo sferzo del vento, la tuta sporca di olio, un urlo solo lo ha accolto, lo ha accompagnato; si può dire lo ha sospinto sulla tribuna dove si trovavano Costanzo,Galeazzo ed Edda Ciano e una folla di altissime personalità e gerarchi del Regime che gli hanno tributato gli onori del trionfo.
(Da “La Scuderia Ferrari”, n°13, 27 Settembre 1936)
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