Dalla mostra
"Tazio a Quercianella
Nuvolari a Livorno"
a cura di Luigi Ciompi
Estate 2001
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IV CIRCUITO DEL MONTENERO (1924)
L’A.C. di Livorno organizza per il 17 agosto la “Coppa Montenero” automobilistica su sei giri del Circuito: Ardenza mare (rotonda), Montenero, Savolano, Castellaccio, Romito, Antignano, Ardenza mare, di km 23,5 pari a km 138.30.
Sono ammesse alla corsa tutte le vetture automobili, classe A del R.M.S.A.C.I. Ogni veicolo dovrà partecipare alla corsa portando due persone sedute una di fianco all’altra, del peso minimo complessivo di kg 120. Detto peso dovrà essere completato eventualmente con zavorra inutilizzabile, fornita dal concorrente.
Verranno istituite le seguenti categorie:
1° Categoria fino a 1100 cmc;
2° Categoria da 1101 a 1500 cmc;
3° Categoria da 1051 a 2000 cmc;
4° Categoria da 2001 a 3000.
La classifica dei concorrenti, sia generale che di categoria, verrà fatta in ordine al tempo minore impiegato a compiere l’intero percorso.
La chiusura della manifestazione avrà luogo ad ore 2.30 dopo l’ultima partenza ed i concorrenti dovranno fermarsi ovunque allo scadere di detto termine.
Le partenze verranno date il giorno 17 agosto al traguardo posto ad Ardenza mare a cominciare dalle ore 8 con un intervallo fra un veicolo e l’altro che verrà stabilito avanti la corsa.
Le iscrizioni, la cui tassa è fissata in L. 300, dovranno pervenire alla sede dell’Automobile Club Livorno, Scali Manzoni 1, entro la mezzanotte del 12 agosto p.v., esse dovranno uniformarsi alle disposizioni del Regolamento dell’Automobile Club d’Italia sotto la cui egida la corsa viene effettuata.
(Da “l’Auto Italiana”, Luglio 1924)
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IV CIRCUITO DEL MONTENERO (1924)
Mentre sul cemento di Monza gli intrepidi scalatori delle Alpi terminavano una contesa aspramente continuata per giorni, sulle rive del Tirreno Labronico, un numeroso stuolo di audaci entusiasti della velocità cercava un’affermazione sul breve ma arduo Circuito di Montenero. La vigilia di maltempo non ha impedito che rombanti carovane partite dalle incantevoli spiagge, dalle amene villeggiature, e dai centri industri della Toscana, vi giungessero ad accantonarsi nei punti più pittoreschi del percorso, imminente teatro di una competizione incerta ed appassionante fino all’ultimo momento. La IV Coppa Montenero non poteva richiamare i grandi assi dell’automobilismo, perchè la corsa era assegnata alla seconda categoria.
Tuttavia nella vibrante ed entusiastica scorribanda, non si è affatto risentito per la mancanza dei grandi nomi, e le folle hanno potuto abbandonare il campo di gara convinte che l’interesse destato dai giovani (per quanto ve ne fosse alcuno di pelo grigio) e meno consumati guidatori non potesse risultare più palpitante. Il “forfait” del conte Carlo Masetti, uno dei precedenti vincitori, e quello dell’irruento Rogai che godevano i maggiori favori, hanno lasciato più aperto il campo dei pronostici. Liberate le impazienti vetture dal via dello “starter” la lotta si è accesa ardente fino dal primo giro. Sulle prime serpeggianti salite di Montenero, a pochi km dal traguardo, si poteva subito intravedere la probabile e definitiva graduazione dei valori meccanici.
Il conte Antonelli, sull’azzurra Bugatti dal lacerante scappamento, acquistava fino dal primo giro il “record” della giornata ed un primato che non poteva purtroppo mantenere, dato che in uno dei punti più pericolosi del percorso, verso il castello del Romito, per lo scoppio di un pneumatico, usciva di strada restando fortunatamente illeso. Scomparso il concorrente più veloce la lotta si accentuava fra il bravo Razzauti, il vincitore dello scorso anno, su un Ansaldo di serie, il rappresentante della Bianchi Ferruccio Zaniratti, uno dei più valorosi piloti fiorentini, il lucchese Balestrero sulla “Superba” O.M. e Marconcini il fedele di Chiribiri. Per vari giri la lotta si è mantenuta incerta, dato che non si sono verificati sorpassamenti che valessero a delineare il successo di qualcuno dei contendenti; ma al 4° giro, uscito di gara Razzauti per la fusione di una bronzina, e ritardato Marconcini per noie di accensione, la lotta si è ristretta fra il campione della Bianchi e Balestrero. Per tutti gli otto giri del Circuito i due concorrenti sono passati in mezzo all’entusiasmo del pubblico acclamante sui bordi della strada tortuosa, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Balestrero con macchina animata da un motore a 6 cilindri, più pronta nella ripresa, forse anche meglio rapportata per un circuito come quello di Montenero, si poteva avvantaggiare sensibilmente fino a raggiungere ad ogni giro l’avversario nella parte più tortuosa del Circuito. Per contro egli riperdeva buona parte del terreno conquistato nei pochi pianeggianti rettilinei. In ogni modo l’anziano ed il giovanissimo guidatore ci hanno fatto assistere ad un finale realmente ricco d’interesse. Balestrero ha vinto la IV Coppa Montenero, distanziando di soli 50 secondi l’intrepido Zaniratti.
In ogni modo fra pochi giorni, le accidentate strade del Mugello, vedranno riaccendersi la gara fra queste due nuove promesse dell’automobilismo, che hanno stabilito d’incontrarsi nel più duro cimento.
Onorevoli e regolari nella minore categoria le corse della Fiat 501 di Federico Valpreda, che per 15 secondi si è visto soffiare il primo posto dal virtuoso Marconcini. Il Marchese Pianetti, altra speranza del ricco vivaio di campioni toscani, condusse con regolare e veloce gara al traguardo finale la piccola Wanderer per la quale non era stata istituita la categoria di cilindrata minore. Lodevoli le affermazioni dell’Itala per merito dell’anziano Baroncini e di Vasco Burgheresi. È certo che queste macchine col loro “chassis” normale non sono forse le più adatte per il circuito Livornese dalle acutissime svolte e dalla carreggiata in maggioranza troppo stretta. In ogni modo le loro caratteristiche di resistenza hanno avuto una nuova conferma. Di insegnamenti tecnici la IV Coppa Montenero ne offre ben pochi. La eliminazione dei più favoriti è la conseguenza a nostro avviso di un abuso incompatibile con le possibilità dinamiche della strada come è avvenuto per il ritiro del Conte Antonelli, o con le possibilità dei mezzi meccanici, come è stato il caso di Razzauti o di Marconcini alla guida di macchine che forse hanno troppi km sulla schiena. Il percorso non era lungo, ma a dover procedere con una serie continua di bruschi arresti, e di assillanti riprese, anche l’esuberanza meccanica di una vettura può palesare le minime manchevolezze. Se come si dice i buoni Livornesi perverranno nel 1925 a far passare alla 1°categoria la loro competizione, noi potremo vedere sull’accidentato Circuito di Montenero il collaudo di ben altri validi meccanici e l’abilità di consumati guidatori.
La classifica generale.
1. Balestrero Renato di Lucca su O.M., in 2h34’58”(km/h 69.690);
2. Zaniratti Ferruccio di Firenze su Bianchi, in 2h35’53”1/5;
3. Marconcini Alete di Pisa su Chiribiri, in 2h43’35”3/5;
4. Valpreda Federico di Alessandria su Fiat 501, in 2h43’51”;
5. Burgheresi Vasco di Firenze su Itala, in 2h54’11”3/5;
6. Baroncini Aurelio su Itala, in 2h59’40”;
7. Pianetti marchese Guido Baldo su Wanderer, in 3h2’25”2/5.
(Da “l’Auto Italiana”, Luglio 1924)
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