Per il 1928 l’esperimento della doppia gara automobilistica si ripeteva, cosicché il 19 agosto si sarebbe disputata la “VIII Coppa del Montenero” e la domenica successiva, 26 agosto, sarebbe stata la volta delle macchine sport per la “II Coppa Ciano”. La gara si presentava sotto l’insegna della grandissima rivalità che divideva Emilio Materassi da Tazio Nuvolari da quando, in occasione del G.P. di Tripoli, il mantovano, che aveva fondato la sua scuderia Nuvolari, aveva preteso venisse negata la partecipazione alle due Talbot della Scuderia Materassi, affidate a Materassi ed Arcangeli, per un cavillo regolamentare. Furono dieci giri di fuoco con Materassi, Nuvolari e l’Alfa Romeo di Campari sotto il vecchio record già dal primo giro! Ma sul traguardo dell’Ardenza fu sempre Materassi a transitare al comando, anche se i due rivali lo incalzavano da vicino senza dargli respiro. Anzi all’ultimo giro lo speaker dette per errore l’annuncio che Nuvolari era passato al comando a Calafuria, ma dopo pochissimo ecco apparire sul lungo rettilineo d’arrivo la rossa Talbot di Materassi e la folla comprese subito, i due rivali avevano preso il via insieme, che il fiorentino aveva vinto! Meno di venti secondi separavano i due rivali dopo oltre 200 chilometri di corsa, terzo dopo aver mollato nel finale per problemi al motore, Campari. Gli altri non erano esistiti, Piccolo e Borzacchini fuori nelle fasi iniziali, Alfieri Maserati rallentato da un eccessivo consumo d’olio, Presenti con problemi di candele, il bravo Cortese al comando della classe 1500, alla fine dell’ottavo giro si fermava ai box per cambiare le gomme ed il motore rifiutava di riavviarsi e solo dopo otto minuti e mezzo di sforzi il suo meccanico Modesto Baroncini riusciva a farlo ripartire. Una grande vittoria per Materassi, la quarta con tre macchine diverse in quattro anni, ma dopo pochi giorni la sorte sarebbe stata in agguato a Monza stroncandone l’esistenza in un terribile incidente che avrebbe coinvolto anche ventisette sfortunati spettatori innocenti.
(Da: Maurizio Mazzoni: “Lampi sul Tirreno”, Firenze 2006)
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